di Dino Caudullo*
Anche la pubblica amministrazione tra i punti cardine del documento (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia vuole realizzare con i fondi europei di Next Generation Eu; e il pubblico impiego sarà uno degli snodi fondamentali per il rilancio del nostro Paese dopo l’onda d’urto del Covid.
I punti nodali del piano, che dovrebbe passare da un decreto legge di accompagnamento al Pnrr, puntano allo svecchiamento della pubblica amministrazione, passando attraverso la velocizzazione delle assunzioni delle migliori professionalità, la semplificazione, la digitalizzazione ed il collegamento delle banche dati tra amministrazioni.
Tre linee di azione
Sono tre quindi le linee di azione tra loro strettamente connesse: capitale umano, semplificazione e digitalizzazione.
Sul fronte del capitale umano, la velocizzazione delle assunzioni presuppone uno stop al blocco del turnover e il via alle assunzioni, partendo dal recupero dei concorsi rimasti sospesi causa Covid, da riprendere possibilmente in presenza, in spazi in grado di ospitare un numero ampio di candidati ma garantendo comunque i necessari livelli di sicurezza.
Il restyling della Pa partirà quindi dal reclutamento, con concorsi più snelli e veloci, ed un investimento importante nel lavoro pubblico (sono 3,2 milioni i pubblici dipendenti), passando per la semplificazione, obiettivo da perseguire in sinergia tra il ministro per la Pubblica Amministrazione Brunetta e la ministra della Giustizia Cartabia e puntando sulla digitalizzazione della macchina burocratica, con semplificazione delle procedure amministrative e digitalizzazione dei processi, che presuppone, oltre ad investimenti su hardware e software, anche adeguate competenze in grado di sfruttare al meglio la tecnologia.
Occorre un ricambio generazionale e culturale nella Pa
L’obiettivo certamente ambizioso, che può dare un contributo determinante al rilancio del Paese, è quindi quello di promuovere un ricambio generazionale e culturale nella Pa, investire sulla qualità e sulla motivazione dei dipendenti pubblici, introdurre un effettivo sistema di valutazione delle performance con un serio intervento sulle procedure burocratiche.
In estrema sintesi, con quattro aggettivi, si punta ad una Pa capace, competente, semplice e connessa, e smart (con la creazione di poli territoriali per il coworking, lo smartworking, il reclutamento e la formazione).
Il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale
Queste linee di indirizzo hanno costituito anche le basi del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, siglato tra il presidente Draghi, il ministro Brunetta e le organizzazioni sindacali lo scorso 10 marzo. Il Patto prevede:
– Una nuova stagione di rinnovi contrattuali, nel cui ambito sarà adottata la previsione di far confluire l’elemento perequativo della retribuzione nella retribuzione fondamentale, nonché la revisione dei Sistemi di classificazione del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze.
– L’entrata a regime del “lavoro agile”, con l’introduzione di una disciplina pattizia che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e l’equilibrio fra vita professionale e vita privata.
– L’introduzione di politiche formative concordate di ampio respiro, in grado di rispondere alle mutate esigenze delle amministrazioni pubbliche, garantendo percorsi formativi specifici a tutto il personale, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze informatiche e digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale.
– Adeguamento nell’ambito dei nuovi contratti collettivi dei sistemi di partecipazione sindacale, volti a favorire processi di dialogo costante fra le parti, valorizzando strumenti innovativi di partecipazione organizzativa.
– Adeguamento degli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità, alle forme di previdenza complementare e i sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi, con la previsione di estendere anche ai Comparti del pubblico impiego le agevolazioni fiscali previste per i settori privati a tali fini.
* Avvocato amministrativista e giuslavorista, mi occupo prevalentemente di pubblico impiego e diritto scolastico da circa vent’anni. Sono presidente della Società Italiana di Diritto e Legislazione Scolastica, collaboro con “La Tecnica della Scuola” e presto attività di assistenza e consulenza in favore di associazioni di categoria e sindacati del comparto scuola, università e del settore del pubblico impiego.