“Mancati automatismi sulle riaperture? La bozza del nuovo decreto Covid non ci soddisfa. Così è una scelta politica, non basata su dati scientifici. Il Consiglio dei ministri deve prendere una scelta su dati scientifici. Se il ministro Speranza invece vede solo rosso, non lo deve spiegare a Salvini…”. Ad attaccare, prima del Consiglio dei ministri che deve adottare il nuovo decreto, è il segretario leghista, Matteo Salvini, dopo le bozze circolate del decreto. Il motivo? Gli automatismi richiesti dal centrodestra non ci saranno, ma sarà soltanto presente una clausola di salvaguardia, in base alla quale dal 7 al 30 aprile tutto il Paese sarà in zona rossa o arancione, mentre se un territorio avrà dati da zona gialla, in quel caso sarà il governo a poter decidere di valutare eventuali deroghe e allentamenti delle misure. Una formulazione che la Lega e Salvini non considerano però al momento sufficiente. Pur senza sbilanciarsi su quale sarà l’atteggiamento dei ministri leghisti: “Se la bozza non cambierà, la Lega non voterà il provvedimento? Siamo certi che il presidente Draghi non derogherà rispetto ai dati scientifici”, ha tagliato corto Salvini, intercettato vicino piazza del Parlamento, visibilmente irritato, al telefono con i ministri leghisti, Giancarlo Giorgetti in primis.

Il segretario leghista ha poi blindato il governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato per autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary: “Rinnovo la mia fiducia, mi aspetto che la giustizia persegui chi ha sprecato soldi in mascherine…”, ha tagliato corto, prima di andare via.
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