Alla fine ci sono riusciti. Andrea Scanzi ieri non era ospite su Rai3 a CartaBianca. I renziani hanno ottenuto quel che volevano. Non il rispetto delle graduatorie dei più bisognosi. Non il miglioramento della gestione della campagna vaccinale in Toscana, non un miglioramento della tutela della salute pubblica, bensì la desiderata esclusione dai teleschermi di un opinionista vissuto da Italia Viva come ‘nemico pubblico’.

Il primo gallo a cantare è stato Michele Anzaldi. Il 22 marzo il deputato di Italia Viva intervistato da Il Giornale di Berlusconi intimava: “la Rai dovrebbe sospendere il contratto che ha con Scanzi per le sue ospitate pagate a Cartabianca”. Poi, visto che nulla si muoveva il 29 marzo ribadiva: “Si riunisca subito il Comitato per il Codice Etico Rai e risponda in modo netto e definitivo: è accettabile che l’opinionista continui ad essere pagato dalla Rai?”.

A ruota arrivava il deputato Luciano Nobili che postava un video dedicato al nemico numero uno di ogni renziano che si rispetti. La questione era di fondamentale importanza per i renziani. Tanto che scendeva in campo pure Maria Elena Boschi con la domanda delle domande. Non una cosa tipo “perché c’è questo casino nei vaccini in Toscana?”. Niente di simile. La domanda per Maria Elena Boschi era: “perché gli italiani devono pagare con i soldi del canone Rai un uomo così?”.
Il focus non è l’eliminazione del Covid ma l’eliminazione del ‘virus Scanzi’ dalla tv.

Detto fatto. Ieri Scanzi non era in tv e Bianca Berlinguer, imbarazzata, spiegava: “Avevo invitato Andrea Scanzi in trasmissione (…) ho appreso che la Rai avrebbe investito il Comitato etico della scelta di vedere se poteva essere confermato o no nella trasmissione. Per mia responsabilità, per mia scelta, ho deciso di sospendere la sua partecipazione a questa puntata, ne ho parlato anche con lui. Ma spero di riaverlo con noi presto”.

La campagna dei renziani non trascura La 7, tanto che la solita Boschi invitava anche Lilli Gruber a chiedere conto del presunto misfatto vaccinale. Oggi Anzaldi è tornato alla carica: “La Rai, che finalmente ha sospeso le ospitate di Scanzi a Cartabianca, non perda altro tempo. Il Comitato Etico si riunisca rapidamente e definisca la questione”. Rapidamente.

A questo punto è bene chiarire, rapidamente, che la cancellazione dagli schermi su richiesta di Italia Viva di un giornalista non ha molto a che vedere con il vaccino e il servizio pubblico televisivo e invece ha molto a che fare con gli interessi di un partito particolarmente incattivito dal suo fallimento: nell’ultimo sondaggio SWG sfonda il minimo storico e sprofonda al 2,2 per cento.

Sarà un caso, ma Andrea Scanzi ha appena annunciato che il 6 aprile uscirà il suo nuovo libro con il leader di Iv in copertina. Sarà un caso, ma nei prossimi giorni qualcuno potrebbe invitare Scanzi per parlare in tv di un pamphlet che ha un titolo molto chiaro: Demolition man. Matteo Renzi, la tragedia della politica italiana. Sarà un caso, ma il libro della Rizzoli uscirà anche in edicola con Il Fatto Quotidiano (giornale che Renzi e i suoi vorrebbero morto e sepolto sotto le richieste di risarcimento danni) grazie a una collaborazione di Rizzoli e PaperFirst, la nostra casa editrice. Sarà un caso ma Demolition man, pur non essendo ancora uscito, è già il libro italiano di saggistica più prenotato e richiesto.

Ne abbiamo viste tante ma il giochino di usare la scusa della difesa dei malati di Covid per cancellare dai palinsesti l’opinionista più indigesto al proprio leader è un po’ squallido. Anche perché, nella caccia all’uomo contro Scanzi, in molti si sono dimenticati di contestualizzare i fatti.

Il 14 marzo scorso il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, invitato in tv da Fabio Fazio dettava la linea sulle fiale avanzate a fine giornata: “se ci sono le classi prioritarie che possono utilizzarlo bene, altrimenti si va su classi vicine. Sennò, chiunque passa va vaccinato”. In tv si parlava da tempo di dosi buttate o iniettate ad amici e parenti del personale medico. Un servizio (di Filippo Roma e Marco Occhipinti) girato a Firenze dalle Iene mostrava alcuni raccomandati che andavano di notte a mettersi una pettorina gialla per confondersi con i volontari e fare le dosi avanzate a fine giornata.

Scanzi però non è andato a farsi vaccinare di nascosto. Ha fatto richiesta a fine febbraio al suo medico curante comunicando di essere figlio unico di due genitori anziani con alcune patologie. Il medico lo ha messo in contatto con la Asl che ha inserito il suo nominativo in una lista di ‘riservisti’. Poco meno di un mese dopo Scanzi è stato chiamato ad Arezzo per fare il vaccino AstraZeneca, inizialmente riservato ai giovani.

Era venerdì 19 marzo. Attenzione: non un giorno qualunque. Il 19 marzo è il primo giorno di ripresa delle vaccinazioni con AstraZeneca dopo lo stop dell’Aifa. Quel giorno probabilmente Scanzi è stato chiamato perché qualcuno per paura non si è presentato all’appuntamento. Quando Scanzi ha fatto richiesta al suo medico non esisteva ancora una vera e propria lista on line dei ‘panchinari’ del vaccino. Evaristo Giglio, direttore Azienda Usl Toscana Sud Est, ha detto a L’Arena di Massimo Giletti: “Andrea Scanzi era l’ultimo della lista. Si è trovata una situazione contingente. Avanzavano queste due dosi”. Al Corriere della Sera lo stesso Giglio ha detto anche: “Scanzi si è presentato come figlio unico di genitori fragili” e ha aggiunto che: “in alternativa c’era il nulla. Io non avevo altri nominativi. Scanzi è stato chiamato quando la lista era finita. Dopo circa un mese. L’altra persona dopo una settimana. Abbiamo fatto una lista cartacea. Mancava una prenotazione on line. Nel frattempo l’Asl ha messo insieme un sistema di prenotazione on line”.

Insomma Andrea Scanzi ha solo chiesto se fosse possibile essere vaccinato con una fiala avanzata. Si è messo in fila in quella che lui pensava fosse una lista predisposta dalla Asl sulla base delle segnalazioni di altri ‘riservisti’ come lui. Quasi un mese dopo ha risposto alla chiamata di un funzionario pubblico e si è vaccinato. Quella chiamata è arrivata in un giorno in cui non c’era certo la fila per fare il vaccino di AstraZeneca. Molti si chiedevano se la popolazione avrebbe rifiutato le dosi del vaccino sospeso e riammesso. Anche perché quel vaccino che viene contrabbandato come un privilegio è tuttora bandito in Danimarca per tutti e in Germania per gli under 60 come Scanzi.

La situazione sopra descritta non ha nulla a che vedere con i ‘furbetti’ del vaccino. Scanzi in buona fede pensava di avere salvato una dose destinata al cestino e ha pubblicizzato il suo vaccino sperando che altri seguissero il suo esempio. Si potrà non essere d’accordo con l’approccio comunicativo personalistico, ma non è Scanzi ad aver inventato i social. Però alla fine il risultato della sua auto-esposizione è che dopo il ‘caso Scanzi’ la lista dei riservisti in Toscana è uscita dall’era primitiva della segnalazione orale e ora le prenotazioni si fanno on line.

Bisognerà attendere la fine dell’ispezione della Asl di Arezzo e degli accertamenti della Procura per avere un quadro completo. Si potrà criticare la prassi di accettare le segnalazioni a voce dei medici di famiglia per comporre una lista informale senza prenotazione on line. Si potrà discutere se le istituzioni abbiano fatto tutto il possibile per trovare un ‘under 55’ più bisognoso di Scanzi. Si potrà discutere se le regole esistessero e se fossero state comunicate chiaramente a tutti compreso il medico di Scanzi, il direttore sanitario della Asl e Scanzi. Se ci sono stati errori da parte di qualcuno sarà la magistratura e l’inchiesta interna a stabilirlo.

Però un paio di cose sono chiare già ora, Scanzi non ha fatto nessun illecito e in questa storia c’è una sola cosa certamente sbagliata: la rimozione dalla tv pubblica di una voce critica verso Matteo Renzi su richiesta del suo partito. Una buona ragione in più per prenotare in edicola la copia del libro di Andrea Scanzi, il 6 aprile con Il Fatto Quotidiano.

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