La curva dei decessi toccherà il picco nel fine settimana di Pasqua. È quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Verso la fine di questa settimana – osserva Sebastiani – è previsto il picco della curva dell’incidenza media dei decessi in Italia, il cui valore attuale è poco sotto i 7 decessi al giorno per milione di abitanti, mentre la curva dei decessi in Francia è in crescita, seguendo quella dell’incidenza dei positivi in quel Paese sfasata di 7-10 giorni, con un valore attuale di poco sotto i 5 decessi al giorno per milione di abitanti”.
L’analisi della curva dell’incidenza dei positivi nei due Paesi indica inoltre che “la Francia sta attraversando una fase di espansione dell’epidemia che il nostro Paese ha già attraversato, ma ha un valore medio di incidenza già molto più alto di quello riscontrato in Italia”. I valori dell’incidenza media dei decessi “sono invece in posizione invertita”. L’analisi dell’incidenza dei positivi e dei decessi nelle ultime settimane in Italia e Francia indica che la seconda “si trova in una fase di crescita lineare, ma sostenuta, dei contagi con un valore attuale dell’incidenza media di circa 58 positivi al giorno per 100,000 abitanti”. Una fase simile, secondo il matematico, “è stata già attraversata dal nostro Paese, che ha poi raggiunto il picco a circa metà marzo e ora è in lenta discesa, con un livello di circa 37 positivi al giorno per 100.000 abitanti”.
Analizzando il valore medio dell’incidenza dei positivi dal 20 dicembre 2020, cioè da quando l’incidenza nel nostro Paese ha iniziato a crescere a causa della attività prenatalizie, emerge che il valore della Francia è di 32 positivi al giorno per 100.000 abitanti, contro i circa 27 dell’Italia. “Diversi fattori possono aver contribuito a generare questa differenza, e tra essi non ritengo affatto trascurabile quello che la Francia, al contrario dell’Italia, in questo periodo non hai mai chiuso le scuole, ma è di ieri la notizia che per tre settimane in Francia non ci sarà didattica in presenza”.
Con l’imminente riapertura delle scuole in Italia, osserva, “correremo seri rischi che si ripeta la situazione di gennaio, con un nuovo aumento della diffusione del virus”. Ad avviso del matematico, sarebbe “lungimirante seguire l’esempio del Regno Unito”, che “ha iniziato le scuole solo dopo che sono significativamente scesi i valori di incidenza (8) e mortalità (1) e che testerà gli studenti delle superiori due volte a settimana”.