Alle 22.30 di mercoledì sera i direttori generali delle Asl sono ancora in videoconferenza con il presidente Michele Emiliano e con l’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco. Il problema è di quelli seri: i pronto soccorso non ce la fanno, stretti tra il flusso di pazienti Covid che ancora non accenna a diminuire e gli interventi di routine. Insomma, bisogna allentare la morsa. La soluzione è dirottare chi necessita di ricovero e non è positivo a Sars-Cov-2 nelle strutture private della regione.

La situazione davanti ai pronto soccorso della Puglia, senza più distinzione tra una provincia e l’altra, è la stessa da settimane: nella migliore delle ipotesi l’attesa va dalla mezz’ora all’ora, nella peggiore si attende in ambulanza, con il motore spento, si attende per ore. Otto, nove, in alcuni casi anche 48. I contagi in aumento fanno schizzare le chiamate ai 118 che non sa più dove portare i pazienti. Non ci sono posti letto nelle strutture e lo dimostrano i dati che vedono la Puglia tra le regioni che ogni giorno, nel report del ministero della Salute, registra numeri altissimi di nuovi ingressi in terapia intensiva.

La conseguenza, però, la pagano tutti anche quelli che in pronto soccorso arrivano per altri motivi e con un tampone negativo. Il risultato è lo stesso: attese infinite, posti letto esauriti. Per questo, dunque, la Regione chiede nuovamente una mano ai privati dopo averli inclusi nella rete Covid. I pazienti in attesa al pronto soccorso, che risultano negativi al test per la ricerca del virus, ma che necessitano di assistenza e ricovero, da oggi al 31 maggio saranno dirottati nelle strutture private del territorio. I direttori generali delle Asl stanno ultimando le ricognizioni dei posti letto disponibili. Una operazione per niente facile perché, con il blocco dei ricoveri ordinari e non urgenti nelle strutture pubbliche, le private convenzionate hanno già dovuto sopperire assorbendo in parte il carico. Ma ora bisogna fare di più. E allora si tenta di recuperare quanti più posti possibile. Ogni provincia ha una situazione differente.

Il totale dei posti letto in tutta la Puglia non è ancora stato definito, i dati arrivano alla spicciolata: 38 posti letto sono stati recuperati in due strutture private della provincia di Lecce (San Francesco di Galatina e Petrucciani di Lecce). La Asl di Taranto ha chiesto una mano al gruppo Gvm Care&Research che ha riservato una decina di posti letto nel D’Amore Hospital, il resto è in fase di ricognizione. Più complessa la situazione di Brindisi dove il privato non ha una grande incidenza: 40 posti letto saranno recuperati nel presidio di San Pietro Vernotico e si valuterà il da farsi per gli ultimi 30 posti letto dell’ospedale Perrino di Brindisi. La provincia di Barletta-Andria-Trani era già pronta, avendo adottato questa soluzione nell’ondata di novembre: 30 posti letto sono stati trovati nell’unica struttura privata della provincia, il Don Uva di Bisceglie. Si sta cercando di capire se c’è ancora margine per ampliarli. Bari e Foggia stanno ancora lavorando alla ricerca.

Nelle strutture pubbliche, lo dicono chiaro l’assessore Lopalco e il direttore generale del Dipartimento Vito Montanaro, nella circolare inviata alle Asl – bisognerà lasciare quanti più posti letto possibile per il Covid, ricoverando i pazienti negativi solo “dopo aver saturato i posti letto della rete privata”. Basterà? Impossibile stabilirlo da ora, tutto dipende dall’andamento della pandemia. I ricoverati per Covid in Puglia nei reparti ordinari in questo momento sono 1.840. Appena due settimane fa erano 1.512.

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