A marzo le immatricolazioni sono calate del 12,7% rispetto a marzo di due anni fa, quando non c’era la pandemia. Le associazioni del settore avvertono: “Incentivi indispensabili per ridurre le emissioni e sostenere la domanda”. Dopo il loro esaurimento “il mercato dell’auto subirà in pieno l’impatto della pandemia con effetti devastanti”, tuona il Centro Studi Promotor
Non accenna a migliorare la situazione del mercato italiano dell’auto: a marzo la flessione è stata del 12,7% rispetto allo stesso mese del 2019 (il confronto con marzo 2020 non ha molto senso, visto che è stato il primo mese di lockdown e aveva registrato appena 28.415 immatricolazioni). Nel mese appena concluso le immatricolazioni sono state 169.684 unità, 24.600 in meno rispetto a marzo 2019. Mentre il primo trimestre dell’anno in corso si archivia con 446.978 auto immatricolate, in calo del 16,9% rispetto al gennaio-marzo 2019.
“Il continuo calo delle immatricolazioni, che va ovviamente misurato sul 2019 poiché marzo 2020 non può essere metro di paragone, preoccupa sempre più il mercato e le imprese”, sostiene Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere: “A fronte di questi dati, il rifinanziamento degli incentivi per consentire la rottamazione nella fascia 61-135 g/km CO2 fino a fine giugno è a nostro parere una necessità non ignorabile da parte del Governo. Gli incentivi hanno fino ad oggi permesso di velocizzare il ritmo di sostituzione delle vetture con oltre 10 anni di vita, facendo risparmiare all’ambiente decine di migliaia di tonnellate di CO2, e nel contempo velocizzando la transizione verso le nuove motorizzazioni a bassissimo impatto che per la prima volta in Italia a febbraio, nel caso delle ibride, hanno superato le vendite di diesel”.
Tuttavia, la diffusione di auto 100% elettriche ed ibride ricaricabili, oggi a una quota di poco inferiore al 9%, è rallentata dalla carenza di infrastrutture di ricarica. “L’Italia – evidenzia Michele Crisci – con 2,7 punti di ricarica per 100 km è ferma al sedicesimo posto in Europa ed è lontana dalla Germania, che pur essendo fra le prime sei del ranking con 6,9 punti ricarica per 100 km, nei giorni scorsi ha annunciato un piano di 5,5 miliardi di euro per finanziare la realizzazione di colonnine di ricarica. Il PNRR è l’occasione per accelerare, anche in Italia, la svolta green nella mobilità, sulla quale già da anni le Case automobilistiche investono grandi risorse in ricerca e sviluppo”.
I fondi stanziati per gli incentivi alle auto tradizionali, con emissioni di CO2 limitate fra 61 e 135 grammi al chilometro, sono in fase di esaurimento: dei 250 milioni stanziati ne avanzano meno di 15. Quando finiranno, nel giro di pochi giorni, “il mercato dell’auto subirà in pieno l’impatto della pandemia con effetti devastanti. Basti pensare che durante il lockdown di aprile 2020 le vendite calarono del 97,5%”, sostiene il Centro Studi Promotor (CSP). “È quindi assolutamente necessario – afferma Gian Primo Quagliano, presidente di CSP – che il Governo rifinanzi in maniera adeguata, per l’intero 2021, lo stanziamento necessario per gli incentivi alle auto ad alimentazione tradizionale con emissioni comunque contenute. In mancanza di un rifinanziamento tempestivo ed adeguato il mercato dell’auto nel 2021 collasserà e non si può pensare che il sistema economico italiano recuperi l’effetto della pandemia con un comparto di straordinaria importanza, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, in coma profondo”.
L’analisi del mercato conferma la forte crescita delle auto ibride (abbinano un motore termico a uno elettrico di sostegno) che, grazie agli incentivi statali, sono la seconda motorizzazione preferita dagli italiani e, con il 27% di quota di mercato, sorpassano il diesel che, invece, è in progressivo calo, al 24,4% di rappresentatività. Nel cumulato gennaio-marzo le ibride, peraltro, presentano una quota del 26,8% e il diesel del 25,4%. Stabile al primo posto il motore a benzina al 31% a marzo e al 33,1% in gennaio-marzo. Il metano sale al 2,6% di quota (2,3% nel cumulato del primo trimestre), il Gpl si posiziona al 6,1% (5,8% in gennaio-marzo). Gli incentivi per le vetture a bassissimo impatto sostengono le immatricolazioni delle auto plug-in (le ibride ricaricabili), salite al 4,5% di quota di mercato, e quelle delle elettriche a batteria, al 4,3% (rispettivamente al 3,6% e al 3% di rappresentatività nel cumulato gennaio – marzo).