Attualità

Michele Bravi a FQMagazine difende il ddl Zan: “L’omotransfobia non è atto risolto. Considerarlo tale è pericoloso”

Infuoca la polemica sul centrodestra che ha bloccato il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia ma anche la misoginia e l’abilismo. Prima Elodie e poi Fedez hanno difeso il ddl e affermato la necessità che in Italia venga approvata. Abbiamo contattato Michele Bravi che si è allineato ai suoi colleghi

di Andrea Conti

Prima Elodie e dopo Fedez si sono schierati apertamente per difendere l’iter legislativo del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia ma anche la misoginia e l’abilismo, ossia la discriminazione nei confronti di persone con disabilità. Quattro mesi fa c’è stata l’approvazione alla Camera, si attendeva in queste ore la calendarizzazione dei lavori al Senato. Ma alla Commissione Giustizia il Centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) ha di fatto bloccato il disegno di legge voluto da Pd e M5s, sostenuto da Italia Viva e Leu. Il senatore Simone Pillon ha sottolineato come il Ddl non sia da considerarsi una priorità. Elodie, da sempre in prima linea per i diritti LGBTQ, sui social ha tuonato: “Siete indegni, questa gente non dovrebbe essere in parlamento. Questa gente è omotransfobica”. Fedez poi ha rincarato: “Ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole e non desta alcun turbamento in me, non succederebbe nemmeno se sentisse l’esigenza di mettersi il rossetto o lo smalto: ha diritto di esprimersi come crede. La cosa che mi destabilizzerebbe un po’ è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese. Questa è una priorità”.

Abbiamo contattato Michele Bravi, sensibile da sempre al tema del ddl Zan, affinché ci affidasse il suo pensiero sulla questione. “Dover affermare la necessità di una legge che difenda da atti discriminatori e violenti è dire un’ovvietà. – spiega a FQMagazine – Eppure si continua ad affrontare l’omotransfobia come un atto archiviato e risolto. E questo è pericoloso e imprudente. Quando si parla di diritti umani non c’è un ‘più importante’ o un ‘meno importante’, esiste solo la speranza di chi affida nelle mani dello Stato la necessità di riconoscere una protezione alla propria libertà e quindi dar modo ad un disegno di legge di attuarsi concretamente senza interruzioni ingiustificate”.

Michele Bravi a FQMagazine difende il ddl Zan: “L’omotransfobia non è atto risolto. Considerarlo tale è pericoloso”
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo
Playlist

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione