Battaglia a Malcesine, con associazioni alpinistiche e Wwf che chiedono di ripensare il progetto, proposto da una società privata che si occupa di pellegrinaggi. Il Comitato Amiche e Amici del Baldo: "Siamo preoccupati per tutto quello che l’installazione della croce comporterebbe: illuminazione, strade, recinzioni, panchine, cemento di cui il Monte Baldo e specialmente Tratto Spino non hanno ulteriore bisogno"
Una croce in legno alta 18 metri per celebrare Papa Giovanni Paolo II, voluta dal Comune di Malcesine, viene contestata dagli ambientalisti. In prima fila, le associazioni alpinistiche. Ma il no viene espresso anche da Italia, Wwf e adesso anche da un neonato Comitato Amiche e Amici del Baldo, il monte dove si vorrebbe piazzare la scultura, che ha già ricevuto il via libera della Curia di Verona. Per il Comune di Malcesine, come riporta l’Adige, la scultura – da installare all’arrivo della funivia – è un ottimo investimento e aumenterà il flusso turistico. A proporre il progetto è stata una società, la Pia Opera Pellegrinaggi srl, interessata a portare migliaia di fedeli verso la chiesetta sul Monte Baldo, che punta a diventare patrimonio Unesco.
“Siamo realmente preoccupati per le conseguenze che l’installazione a Tratto Spino della Croce Astile di ben 18 metri di altezza possa portare all’ambiente, all’ecosistema montano e al paesaggio. Non siamo contrari alla simbologia religiosa e riconosciamo nella croce le basi della cultura cattolica italiana, ma riteniamo non sia il luogo adatto per una croce di siffatte dimensioni”, scrive il Comitato Amiche e Amici del Baldo. “Non entriamo nel merito della spesa prevista (100.000 euro) non è di nostra competenza – insiste il Comitato – ma ci sembra che alienare una parte di territorio a favore di una società privata per 30 anni a un canone annuo irrisorio (625 euro) sia a lungo andare controproducente per la Comunità di Malcesine e potrebbe creare un pericoloso precedente”.
“Siamo invece preoccupati per tutto quello che l’installazione della croce comporterebbe: illuminazione, strade, recinzioni, panchine, cemento di cui il Monte Baldo e specialmente Tratto Spino non hanno ulteriore bisogno – spiega ancora il Comitato – Ci preme infatti sottolineare quanto sia importante e ‘fondamentale una corretta gestione dei flussi turistici attraverso l’adeguamento del numero di fruitori alla capacità di carico del territorio… in particolare per le zone della Colma di Malcesine una zona critica per l’elevata pressione turistica dovuta alla vicinanza della stazione di arrivo della Funivia Malcesine-Monte Baldo'”. È “nostra intenzione interagire con tutti, ascoltare ogni opinione, nella convinzione” che il Monte Baldo “è patrimonio di tutti e meriti di essere rispettato, tutelato e valorizzato nella sua unicità e peculiarità”.