“Quest’aula non risponde più al governo, parlo della maggioranza. Non siamo più in condizione di votare, è saltato il banco. Qualsiasi norma che metto al voto viene bocciata”. La constatazione appartiene al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, che dopo la bocciatura di una serie di norme, ha sospeso l’esame della Finanziaria regionale. Sarà l’onda lunga dell’inchiesta sui casi Covid modificati, sarà che da tempo ormai la maggioranza di centrodestra che amministra la Sicilia dava segni di cedimento, ma è oggi che si è palesata tutta la crisi del governo di Nello Musumeci. “Ne dobbiamo prendere atto e dovremo interrogarci sul perché siamo arrivati a questo punto: se dipende dalla classe dirigente, dagli errori fatti. Sono il primo che si deve interrogare”, ha detto Miccichè, rivolgendosi alla maggioranza in aula.

Alle rimostranze di alcuni deputati di maggioranza, compresi alcuni di Forza Italia, che hanno insistito per votare alcune delle norme residue della manovra, Miccichè ha risposto: “Non mi possono permettere di fare bocciare tutto, tutto continuerà a essere bocciato nel pomeriggio com’è avvenuto stamattina, tutto sarà bocciato domani. Io ora metto in votazione le tabelle, che se vengono bocciate salta tutta la finanziaria. Io sto parlando alla maggioranza di quest’aula. Se dico che è meglio fermarci e non votare altro, mi dovete credere. Poi alla fine dell’aula parlerò con alcuni di voi”. Sono dieci gli articoli, contenenti una serie di norme, che la Presidenza dell’Ars ha stralciato. Sul fronte delle opposizioni, Pd e M5s hanno assicurato il voto alle tabelle, per non fare crollare l’intera manovra: sarebbe stato il de profundis per un’isola scossa dalla pandemia, dalla crisi economica, dalle inchieste giudiziarie. Alla fine, anche grazie all’appoggio dell’opposizione, la finanzia passa con 35 voti favorevoli e 24 contrari dopo settimane di tensione e stop and go.

“Norme bocciate della finanziaria? Ci sono ascari nella maggioranza”, ha detto Musumeci, prendendo la parola all’Ars. Poi si è defilato, incalzato dai franchi tiratori della maggioranza, sempre più numerosi e insofferenti, mentre l’assessore all’Economia Gaetano Armao era accerchiato da gran parte dei deputati berlusconiani, fedeli al rivale Miccichè. Le opposizion, da parte loro, celebrano quella che sembra la fine della maggioranza di centrodestra. “Musumeci alza bandiera bianca: rinuncia agli ultimi articoli della finanziaria per paura di affondare ancora in aula, e se la prende con gli ‘ascarì della sua stessa coalizione: questa finanziaria è la Waterloo di Musumeci“, dice il capogruppo Pd Giuseppe Lupo. “Musumeci deve ora prendere atto che il suo governo è alla frutta e non può più contare su una maggioranza a Sala d’Ercole, come dimostrano le numerose volte che l’Esecutivo è andato sotto”, attacca pure il capogruppo del M5S all’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Di Caro, aggiungendo: “Alla luce dei voti d’aula comprendiamo ogni giorno di più l’insistenza del presidente ad attaccare l’istituto del voto segreto, ma non può definirlo, come ha fatto ieri in aula, a voce alta, un voto mafioso. Questo non lo accettiamo”.

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