A tre giorni dalle prescrizioni in Germania, con la sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca negli under 60, anche l’Olanda sospende temporaneamente la vaccinazione delle persone di età inferiore ai 60 anni. La decisione è stata presa dal ministero della Salute olandese secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Anp. Il quotidiano olandese Volkskrant riferisce che la misura è stata adottata per precauzione, dopo che sono stati registrati alcuni casi di effetti collaterali, con trombosi estesa in combinazione con un basso numero di piastrine. L’effetto indesiderato si è verificato da 7 a 10 giorni dopo la vaccinazione in donne di età compresa tra 25 e 65 anni. Ciò ha spinto il ministero della Salute a prendere la decisione odierna.
Intanto le autorità di controllo britanniche hanno identificato 30 casi di eventi avversi riguardanti la coagulazione del sangue su oltre 18 milioni di somministrazioni del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford. Per la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency i benefici continuano a superare i rischi. Nel monitoraggio precedente l’agenzia aveva rilevato cinque casi su 11 milioni di somministrazioni. Il tasso di questo tipo di incidenti arriva quindi a 1 su circa 600mila, sottolineano gli esperti britannici, mentre non ci sono stati report delle stesse reazioni con i vaccini Pfizer, gli altri usati in Gran Bretagna. “Sulla base di questa revisione – conclude l’agenzia – i benefici dei vaccini contro il Covid-19 continuano a superare ogni rischio, e le persone dovrebbero continuare a fare il vaccino quando vengono invitate. I vaccini Astrazeneca e Pfizer hanno mostrato livelli molto alti di protezione, e tutti i vaccini e i farmaci mostrano qualche effetto collaterale”.
In Germania la Commissione vaccinale tedesca (Stiko) ha emesso un parere con l’ipotesi di utilizzare un vaccino diverse alle persone sotto i 60 anni che devono ricevere la seconda dose. Discuterò della procedura esatta mercoledì con i ministri della Salute dei Laender – ha scritto su Twitter il ministro tedesco della Salute Jens Spahn – La raccomandazione complementare della Stiko sulla seconda inoculazione del vaccino fa chiarezza per i 2,2 milioni di cittadini sotto i 60 anni che hanno ricevuto una prima dose di AstraZeneca”.
Secondo l’immunologo Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, comunque “non è irragionevole” l’ipotesi allo studio della commissione vaccinale permanente tedesca di usare un vaccino a Rna come seconda dose, dopo la prima fatta con quello di AstraZeneca. “Il fatto che non sia un’ipotesi irragionevole – spiega lo scienziato all’Ansa – lo dimostra il fatto che nel Regno Unito già da qualche mese è stato avviato uno studio su 800 volontari approvato dal comitato etico e dalle autorità sanitarie britanniche, che sta studiando proprio questo. Stanno cioè confrontando gruppi – prosegue – dove ad alcuni viene data la prima dose di vaccino AstraZeneca e la seconda di Pfizer, un altro a cui danno la prima con mezza dose di AstraZeneca e la seconda intera e un altro ancora in cui si danno due mezze dosi”. Essendo iniziato da qualche mese, secondo Remuzzi “i risultati dovrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Si tratta di una questione di un certo interesse, perché i vaccini ad Rna inducono una risposta anticorpale diversa da quella dei vaccini a vettore virale, e potrebbe quindi anche emergere che i due tipi di vaccino hanno un’azione complementare. Può darsi che magari anche in Germania decidano di procedere in tal senso all’interno di una sperimentazione”.