A oltre un anno dall’inizio della pandemia di Covid tra i punti fermi delle regole anti contagio c’è sempre stato l’uso corretto delle mascherine. Anche per la popolazione più giovane. Oggi il Consiglio di Stato conferma l’obbligo del dispositivo di protezione a scuola anche per i bambini che hanno meno di 12 anni, respingendo l’istanza cautelare di un gruppo di genitori i cui figli non avevano nessun problema di salute e non soffrivano di problemi respiratori. In un decreto monocratico il presidente delle Terza Sezione, Franco Frattini, sottolinea che pur “nel contrasto tra valutazioni scientifiche, tutte certamente meritevoli di attenzione, l’obbligo contestato non si caratterizza per la ‘manifesta irragionevolezza’”, tanto da consentire al giudice di intervenire su decisioni di cui “il Governo si assume per intero tutta la responsabilità“. Al momento gli unici esentati dall’obbligo sono i bambini con gravi problemi respiratori o disturbi cognitivi e quelli al di sotto dei 6 anni.
La settimana scorsa sulla questione si era espresso il Tar a cui si erano rivolti numerosi genitori che contestavano il Dpcm del marzo scorso in tema di misure per il contrasto dell’epidemia da Covid-19. I giudici del Tribunale amministrativo del Lazio hanno preliminarmente rilevato che “il Comitato tecnico scientifico ha ritenuto tale misura appropriata e raccomandabile, anche tenendo conto delle indicazioni provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unicef”, nonché osservato che nei verbali del Cts “oltre alle suddette indicazioni sono state richiamate quelle provenienti dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa, dall’Accademia Americana di Pediatria e dalla Società Italiana di Pediatria, che incoraggiano l’uso dei dispositivi di protezione e per i bambini, anche nel contesto scolastico” e che “in tali fonti si afferma, quanto alla salute fisica dei fanciulli, che le mascherine possano essere indossate in modo sicuro (esclusi i bambini con gravi problemi respiratori o disturbi cognitivi) e che costituiscono ‘falsi miti’ le preoccupazioni che esse possano portare fenomeni di bassi livelli di ossigenazione del sangue (ipossiemia) o aumento dell’anidride carbonica (ipercapnia)”.
Quanto ai paventati “rischi sul benessere psichico dei bambini e di diminuzione delle capacità di relazione e apprendimento in ragione dell’uso dei dpi nel contesto scolastico”, il Tar ha considerato che il Cts ha consigliato l’utilizzo delle mascherine “rilevando che l’incidenza del virus Sars Cov 2 e delle sue varianti virali si riscontra anche in tale fascia di età “; da ciò il fatto che “la misura oggetto di contestazione risulta adottata a seguito di valutazioni scientifiche che non presentano vizi di manifesta erroneità o abnormità “. In tema di pericolo, i giudici hanno infine considerato che il Dpcm impugnato “esclude espressamente l’obbligo in esame nel caso di soggetti che presentano patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e che, a fronte del giudizio espresso dall’organo tecnico circa i benefici correlati all’uso per i bambini dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e alla luce della particolare gravità del quadro epidemiologico attuale, deve darsi prevalenza all’esigenza di consentire all’intero corpo scolastico di svolgere in condizioni di sicurezza l’attività didattica in presenza”.