Qualcosa di grande, bello e colorato che lasci il segno e rimanga visibile per tutti coloro che frequentano il parco di una periferia milanese. In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo del 2 aprile, l’associazione L’Ortica, che fa parte di Casa Solidale, ha organizzato la realizzazione di un murales “Oltre il blu, 2 Aprile 2021” (il blu è il colore simbolo dell’autismo a livello internazionale, ndr) di circa 25 metri all’interno del parco di Villa Filzi, zona Gorla (Milano), dove si trova l’associazione. Lo hanno fatto “per ricordare che le persone con autismo esistono non solo sulla carta o sulle linee guida, ma devono esistere anche come inclusione nella società, come progetti in cui vengono coinvolte, negli inserimenti nel mondo del lavoro e nelle diverse terapie che sono quasi sempre totalmente a carico delle famiglie”, dice a Ilfattoquotidiano.it Fabrizia Rondelli, presidente dell’Ortica e mamma di Fabrizio ragazzo autistico di 25 anni. Si tratta di un murales contro le barriere, i pregiudizi e l’isolamento dei soggetti con autismo. “Con questa iniziativa vogliamo far sapere alla cittadinanza che l’autismo esiste, tutte le famiglie guardando questo nuovo murales si ricorderanno anche di noi, abbiamo voluto lasciare delle tracce ben visibili e colorate, dei simboli in cui ci possiamo riconoscere. Siccome il muro rappresenta una sorta di barriera – continua Rondelli – con questo atto vogliamo superare gli ostacoli in riferimento alla Giornata mondiale sull’autismo. Bisogna rendersi conto che esistono dei contesti di diversità all’interno del parco e che c’è la possibilità di incrociare anche persone con autismo”. A dare una mano ad una decina di ragazzi autistici, di età diverse e con funzionamenti differenti di autismo, ma con una grande passione comune per la street art, e i loro rispettivi tutor nella realizzazione artistica ha partecipato anche Davide Sottile, docente dell’Istituto europeo di design (IED) oltre che writer di passione. Per la coordinatrice dell’iniziativa “il fatto di aver imbiancato un muro in uno spazio degradato e trascurato dagli enti locali significa che questi ragazzi si stanno prendendo cura di un luogo pubblico, testimoniando che tutti possiamo metterci d’impegno per creare opere belle, con un’azione che li aiuta a stare bene, a sentirsi protagonisti. Se lo possono fare gli autistici, che sia da incentivo anche a tutti gli altri cittadini. Nelle diversità è importante dimostrare che facciamo parte tutti della stessa società”.

“Non abbiamo interrotto le nostre attività. Sarebbe bello trovare nuovi giovani volontari per far conoscere loro il mondo dell’autismo” – Anche attraverso il murales la speranza dell’associazione è quella di riuscire a coinvolgere altri giovani nelle loro tante iniziative, magari come volontari per dare una mano e rendere migliore la qualità di vita delle persone autistiche. “Sarebbe bello trovare ragazzi che vogliono cimentarsi e conoscere il mondo dell’autismo. Nonostante l’emergenza e rispettando tutte le norme anti Covid – dice Rondelli – abbiamo mantenuto aperte le porte della nostra associazione, garantito la continuità dei progetti che vanno dai laboratori di tessitura e di creta, dal giardinaggio ad attività musicali e di danza, a breve avvieremo anche le bocce. E’ importante non far sentire soli i nostri ragazzi ma coinvolgerli”. Per evitare affollamenti hanno deciso di suddividere gli ingressi: ci sono, ad esempio, 5 ragazzi che partecipano alle attività il martedì, 4 il mercoledì, 7 il giovedì, 4 il venerdì, poi circa 10 bambini e pre-adolescenti vengono coinvolti in attività di tipo individuale.

“Mio figlio è felice quando va in associazione, grazie alla compagnia dei suoi amici e alle tante cose da fare riesce a dare un senso alla sua vita” Le persone con autismo che partecipano ai progetti dell’associazione milanese sono aumentati e si sta sviluppando anche la rete promossa da Casa Blu con percorsi educativi, riabilitativi e formativi. “Sono contenta di aver trovato un’associazione come L’Ortica perché quando mio figlio va presso di loro si sente bene, mi piace vederlo felice e cosi riesce a dare un senso alla sua vita al di fuori del contesto scolastico”. A dirlo al Fatto.it è Cristina Meglio, mamma di Giacomo, autistico 16enne. Abitano a Melegnano ma si recano “sempre volentieri” presso Villa Filzi per partecipare alle diverse attività proposte. “Giacomo frequenta la prima superiore di una scuola regionale a Lodi, inserito in una classe ‘speciale’ che può sembrare un ghetto ma in realtà è più funzionale al benessere di mio figlio autistico”. Il ragazzo è inserito in un percorso personalizzato che lo aiuta, lo stimola e gli fanno fare anche degli stage come aiuto cuoco. Non ha mai perso un giorno di scuola in presenza da settembre 2020 ma poi quando termina le lezioni in classe iniziano i problemi. “Quello che soffriamo tanto è che i pomeriggi mio figlio li passa quasi sempre chiuso in casa, con i lockdown non può vedere gli amici e fare sport. Manifesta questo disagio con pianti, rabbia e stati d’animo molto tristi”. Sul territorio c’è poco o nulla per ragazzi come Giacomo. Cosi, quando è possibile, Cristina porta il figlio in associazione a Milano. Cristina denuncia la mancanza di strutture adeguate, “per gli adolescenti come Giacomo nella nostra zona non esiste nulla e bisogna affidarsi ad associazioni di genitori perché a livello di assistenza, inclusione, progettazione qui non abbiamo nulla. La nostra Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) di riferimento ci ha detto che non c’è la possibilità di avviare per Giacomo nessun percorso educativo”. I genitori cercano di sostenerlo quando lo vedono in crisi, “proviamo a fare una passeggiata ma so che lui preferisce stare con i suoi amici e partecipare alle iniziative dell’Ortica. L’unico supporto è quello associativo, fargli incontrare dei ragazzi che conosce, poter stare con loro nei limiti del possibile”, termina Cristina.

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