Il francese Hugo Gaston, il numero 22 russo Karen Khachanov, il finlandese Emil Ruusuvuori, il kazako Aleksandr Bublik e ora lo spagnolo Roberto Bautista Agut. A 19 anni e 7 mesi Jannik Sinner compie l’impresa e centra la sua prima finale in un Masters 1000 in carriera battendo il 32enne iberico per 5-7 6-4 6-4. Lo fa a Miami (primo 1000 della stagione), dove fino a dieci giorni fa non aveva mai giocato. Lo fa con una rimonta di testa che ne certifica ancora di più le doti psico-fisiche. È il più giovane italiano a raggiungere questo traguardo. Il primo in assoluto a farlo sul cemento.
Arrivato a questo appuntamento attraverso un tabellone insidioso e difficile ma non impossibile (nessun top 10 sulla sua strada) Sinner ha iniziato con la tensione che caratterizza le “prime volte”. L’altoatesino è andato sotto subito di un break, poi recuperato prontamente sul 3-3. Un equilibrio che è andato protraendosi fino al 5-5, quando l’esperto spagnolo riesce ad approfittare di un game non perfetto dell’azzurro e a portarsi a casa il primo set per 7-5. Nel secondo set la partita vive ancora di un sostanziale equilibrio. Sinner tiene ma nel settimo gioco offre tre palle break consecutive. Le occasioni per lo spagnolo se ne vanno via uno dopo l’altra. È qui che il match cambia, che Sinner riversa sul terreno di gioco tutta la sua solidità mentale e tecnica. Sul 5-4 il 19enne italiano allunga. Si prende il break e insieme anche il secondo set. La fatica per un 6-4 ottenuto in maniera rocambolesca si fa però sentire. Sinner perde il servizio nel terzo gioco. Sembra nuovamente finita ma l’allievo di Riccardo Piatti ha ancora le energie per riprendere Bautista Agut sul 3-3. Si arriva ancora sul 5-4 e servizio per lo spagnolo. La tensione è alto ma Sinner lascia andare i colpi come se fosse il primo game, con il rovescio e con il diritto. È 0-40. Tre match point. Basta il primo, con un rovescio incrociato che anticipa un’esultanza – nonostante l’impresa – sobria e misurata.
La finale di Miami di Sinner è un mix di atletismo, doti naturali e soprattutto tenuta mentale. Abnegazione e voglia di non arrendersi mai. Un traguardo che si inserisce (senza volontà di fare paragoni) in mezzo a due leggende ancora in attività, Rafael Nadal e Roger Federer. La prima finale in un 1000 dello spagnolo arrivò a 18 anni e 7 mesi nel 2005 (sconfitta contro Federer 2-6 6-7 7-6 6-3 6-1), quella dello svizzero a 20 anni e 7 mesi nel 2002 (sconfitta contro Agassi 6-3 6-3 3-6 6-4). Ed entrambi esordirono in un ultimo atto di un Masters 1000 proprio a Miami. Sempre in Florida poi Novak Djokovic vinse il suo primo Masters 1000 a 19 anni e 11 mesi nel 2007 (6-3 6-2 6-4 a Canas).
Adesso per Sinner manca solo l’ultimo gradino. In finale l’azzurro troverà uno tra il polacco Hurkacz e il russo Rublev. Con il primo non ci sono precedenti, con il secondo ce n’è solo uno: la sconfitta a Vienna dell’ottobre scorso arrivata però solo per il ritiro del nativo di San Candido dopo appena tre giochi. Per Sinner c’è la possibilità di diventare il più giovane italiano a vincere un 1000. Una categoria dove il nostro tennis ha sempre fatto fatica ad imporsi: in 30 anni appena 6 semifinali e un titolo conquistato (Fognini a Montecarlo nel 2019).
Questo risultato però non regala all’italiano solo la sua prima finale in un torneo 1000, ma gli dà anche la possibilità di continuare a sperare nella top 20 a partire da lunedì prossimo. I 600 punti conquistati consentono a Sinner di piazzarsi alla posizione numero 21, davanti a Stan Wawrinka. In caso di successo il ranking lo vedrebbe al 14esimo posto. Una scalata che stupisce ancora di più se guardiamo la Race: sesto (in caso di vittoria Sinner si innalzerebbe alla posizione numero cinque).
Twitter: @giacomocorsetti