È bastato un tweet per scatenare l’ultimo putiferio sulla frase di un libro scolastico. A finire al centro della bufera, stavolta, è la pagina 94 del libro Leggermente plus pubblicato da Edizioni Del Borgo e distribuito dalla Giunti. A Lala Hu, professoressa di marketing all’Università Cattolica di Milano non è piaciuto il fatto che in questo brano tratto dal libro “Duccio e il mistero della musica telepatica” scritto da Paola Reggiani per Feltrinelli, il bambino protagonista del racconto scriva nel suo diario segreto che la compagna di classe cinese, Lee, dice “glazie, plego” e anche “facciamo plesto”. Non solo. Nel testo della Reggiani, il piccolo Duccio, nell’andare a fare l’elenco delle cose che gli piacciono della compagna, dice: “Non si offende quando la prendiamo in giro”.

Frasi che hanno adirato la professoressa cinese che ha cinguettato: “Che ne sa Giunti del trauma dei bambini quando vengono bullizzati? A parte gli stereotipi sui bambini di origine cinese come esser bravi in matematica, “glazie, plego” e “facciamo plesto”? E comunque non si chiamerebbe Lee”. Un’accusa di fronte alla quale l’editore del libro dedicato alle classi quarte della primaria risponde: “Sono esterrefatto. In Italia sta diventando uno sport nazionale andare alla ricerca di frasi nei testi scolastici che possano indignare l’opinione pubblica. Quello riportato nel libro e citato da questa professoressa – spiega Stefano Cassanelli, editore di Del Borgo – è uno dei racconti più inclusivi che conosca: si parla di un bambino italiano che si innamora di una compagna cinese”.

A stupire l’editore è il fatto che il libro è stato usato da migliaia di insegnanti ma non una sola ha sollevato questioni di discriminazione o altro rispetto a questo brano che è stato pubblicato nel 2013 e da allora è stato letto da tantissime famiglie, bambini e docenti. Il racconto riportato nel testo scolastico è usato per spiegare la forma narrativa del diario personale illustrando gli elementi fondamentali: la data, le opinioni personali, i fatti accaduti, il linguaggio familiare, le emozioni e i sentimenti.

Nell’elenco delle cose che piacciano a Duccio di Lee ci sono tanti aspetti: non soffia baci con la mano dal suo banco; ride senza far troppo rumore; è un fenomeno in matematica; gioca senza litigare mai; corre fortissimo; mangia benissimo con le bacchette. E anche le due frasi incriminate: “Dice “glazie, plego” e anche “facciamo plesto” e “Non si offende mai quando la prendiamo in giro”. Cassanelli che non intende fare alcuna azione legale nei confronti della docente della Cattolic,” ma non ha nemmeno in testa di correggere il libro o ritirarlo, spiega: “Forse potevamo essere un pochino più attenti rispetto al “glazie, plego” pensando che una frase del genere potesse far risentire qualcuno ma contestualizzandola nel racconto questa critica perde del valore negativo dato. Vorrei spiegare alla signora Lala Hu che il bullismo è un problema non solo dei bambini cinesi”. L’editore conclude: “La professoressa come può dire queste cose a noi senza conoscerci? Sono amareggiato. Che mi vogliano far passare come l’editore contro la cultura cinese non lo accetto. Venire tirati per un braccio in una polemica che non ci appartiene mi offende”.

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