Scuola

Liguria, non hanno bloccato lo stipendio a un prof colpevole di abusi sessuali: condannati tre ex direttori dell’Ufficio scolastico regionale

La Corte dei conti della Regione ha stabilito che i tre dovranno risarcire il ministero dell’Istruzione per 24mila euro. Nella sentenza i giudici scrivono che nell'ufficio c'era “un’organizzazione largamente inadeguata” e “una diffusa incertezza e confusione sui processi da seguire”. Per nove anni il docente ha continuato a ricevere il salario

Non hanno bloccato lo stipendio a un professore colpevole di abusi sessuali nei confronti di alcuni studenti della sua scuola e sono stati condannati dalla Corte dei Conti della Liguria a risarcire il ministero dell’Istruzione per 24mila euro. La sentenza (25/2021) firmata dal presidente della sezione giurisdizionale, Emma Rosati, è stata emessa nei confronti di tre ex direttori generali dell’ufficio scolastico regionale: Attilio Biagio Massara, Giuliana Pupazzoni e Rosaria Pagano. Per nove anni il docente in questione, sospeso dal servizio a partire dal 3 maggio 2006, a seguito della condanna penale ha continuato a percepire la retribuzione mensile a causa della mancata trasmissione alla Ragioneria dello Stato del provvedimento di sospensione.

Grazie a questa “svista”, considerata “colpa grave” dal giudice, il professore avrebbe preso 122.911,50 euro: una cifra che non potrà più essere recuperata in maniera totale. “La sussistenza del danno erariale – cita la sentenza – verrebbe meno solamente in caso di recupero integrale di quanto indebitamente versato, circostanza che non si è affatto verificata”. Da sei anni l’amministrazione dello Stato tenta infatti di riprendersi quei soldi, ma finora non è riuscita ad ottenere nulla. Tuttavia, in questo procedimento, il docente non è stato considerato colpevole pur “avendo serbato un malizioso silenzio”.

La sentenza non ha risparmiato, invece, i tre dirigenti. Nel provvedimento emesso dalla Corte dei Conti si parla di “un’organizzazione largamente inadeguata” e di “una diffusa incertezza e confusione sui processi da seguire”. Secondo il giudice, si tratta di un’inadempienza che trova le sue radici in un preciso modus operandi: “Il danno di cui al presente giudizio – riporta la sentenza – è, pertanto innanzitutto il prodotto della mancanza di indicazioni chiare su chi fosse tenuto a fare cosa, visto che i procedimenti vigenti, alla prova dei fatti, si sono dimostrati incerti o quanto meno ignorati dalla parte degli addetti”.

Il collegio ha insistito molto sull’“inefficacia dell’organizzazione degli uffici” ma anche “sulla scarsa propensione alla vigilanza”. Non solo. Ad appesantire la posizione dei tre direttori sono anche alcune deduzioni dei giudici: “Le carenze gestionali e organizzative sono considerevoli e gravemente colpose. Esse portano, peraltro, anche a interrogarsi sulla legittimità dell’eventuale erogazione della retribuzione ai dirigenti coinvolti, sebbene gli atti e l’oggetto del presente giudizio non consentano di quantificare l’eventuale esborso”.

Il Collegio non ha ammesso nemmeno l’esercizio del potere riduttivo dell’addebito. Una decisione ha fatto molto parlare in queste ore nei corridoi dell’ufficio scolastico regionale della Liguria dove i tre dirigenti sono molto conosciuti. A tirare un sospiro di sollievo è stato invece il professore che in questo processo è stato assolto, dal momento che i giudici hanno ritenuto che potesse non aver compreso che il suo salario fosse ulteriormente tagliato.