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Navalny ha perso 8 chili in carcere: “Torturato con la privazione del sonno, non gli fanno vedere medico”. Ma gli ha fatto visita un’ex spia

Le informazioni sulle condizioni del dissidente russo, in prigione dal 17 gennaio, sono state diffuse dal suo canale Telegram. Ieri ha annunciato l'inizio dello sciopero della fame fino a quando non sarà visitato da un dottore per i forti dolori lamentati alla schiena e alle gambe

Non gli è permesso di essere visitato da un medico ma riceve in carcere la visita di una ex spia russa, ha perso 8 chili e gli viene impedito di dormire con regolarità. Così ieri il dissidente russo Alexei Navalny ha annunciato di aver iniziato lo sciopero della fame in carcere, dove si trova dal 17 gennaio, quando è tornato in patria dopo il lungo ricovero in Germania seguito all’avvelenamento del 20 agosto scorso, ma le sue condizioni di salute vanno via via peggiorando. Lo riporta il suo staff dall’account Telegram del principale oppositore di Vladimir Putin in patria: “Egli stesso collega tale perdita di peso in primo luogo al fatto che non lo fanno dormire e lo svegliano otto volte durante la notte”, si legge nella denuncia di torture lanciata attraverso l’app di messaggistica.

Una perdita di peso che, quindi, è cominciata prima dell’inizio dello sciopero della fame con il quale Navalny vuole mettere pressione sul governo per ricevere cure mediche adeguate per i forti dolori alla schiena e alle gambe che denuncia da tempo. “Tutti i detenuti che dichiarano lo sciopero della fame devono essere pesati. Anche Navalny è stato pesato”, riporta l’account Telegram. “Secondo i documenti della colonia penale, quando è arrivato era 93 chili, ora 85, cioè ha perso otto chili prima dello sciopero della fame”.

E mentre attende di essere visitato da un medico, a fare visita al blogger dissidente nella colonia penale IK-2 di Pokrov è arrivata invece la giornalista della tv filo-Cremlino Maria Butina, una presunta ex agente del governo russo che ha scontato una condanna a 18 mesi negli Usa con l’accusa di aver tentato di infiltrare la potente lobby delle armi e di creare canali di comunicazione occulta tra il governo russo, il Partito Repubblicano e il suo allora candidato alla presidenza, Donald Trump. Butina, riferisce lo staff del dissidente, “strillava” che quella in cui è rinchiuso il dissidente “è la prigione migliore e la più confortevole”. I collaboratori di Navalny affermano che il politico “l’ha rimproverata per 15 minuti prima dell’appello, definendola una parassita e una servitrice del potere dei ladri“.

Intanto l’Unione europea, dopo la notizia dello sciopero della fame, si è detta “preoccupata che all’oppositore russo Alexei Navalny venga negato l’accesso alle cure mediche e che sia soggetto alla privazione del sonno. Ciò costituisce una violazione della Russia ai suoi obblighi riguardo la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura (Uncat) e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani (Echr-Cedh)”, ha scritto su Twitter Nabila Massrali, una delle portavoce dell’Alto rappresentante per la Politica Estera, Josep Borrell, precisando che “l”Ue continua a chiedere il rilascio immediato e incondizionato di Navalny e un’indagine completa sull’avvelenamento”.