Da sabato tutte le Regioni italiane torneranno in zona rossa per tre giorni. Un lockdown che coprirà Pasqua e Pasquetta, per cercare di limitare spostamenti e assembramenti durante le festività. Oltre alle norme del governo, però, diversi governatori sono intervenuti con provvedimenti ancora più restrittivi. Il provvedimento più duro è forse quello firmato oggi dal presidente della Toscana, Eugenio Giani: la sua ordinanza, in vigore domenica 4 e lunedì 5 aprile, saranno chiusi anche gli alimentari, i supermercati e i tabaccai, con l’eccezione unicamente di farmacie, parafarmacie ed edicole. In Sardegna, invece, dalla mezzanotte anche Pula entra in zona rossa a causa dell’impennata dei contagi nel territorio. I comuni sardi attualmente in lockdown salgono quindi a 13, mentre solo due settimane fa l’Isola era in zona bianca.

Il provvedimento preso da Giani non è l’unico in Italia. In Puglia già il 26 marzo scorso il presidente Michele Emiliano ha introdotto la zona rossa rafforzata, in vigore fino al 6 aprile: nei giorni di Pasqua e Pasquetta sono sospese tutte le attività commerciali ad eccezione delle attività di vendita di carburante, di fiori e piante, delle edicole, dei tabaccai, delle farmacie, delle parafarmacie. Stretta simile anche in Piemonte: le strutture di medio-grandi dimensioni, come i supermercati, sono chiuse dalle 13 di domenica e per tutta la giornata di lunedì. Ultimo esempio la Liguria, dove giovedì il governatore Giovanni Toti ha annunciato la zona rossa per le province di Imperia e Savona. Inoltre, molte Regioni hanno scelto la linea dura anche sulle seconde case: in Valle d’Aosta, Sardegna, Toscana, Alto Adige e Piemonte sono vietati gli spostamenti per i non residenti, in Campania, Liguria e Puglia per tutti.

Ora è arrivata anche la nuova ordinanza della Toscana: la scelta, spiega una nota della Giunta regionale, deriva dalla necessità di limitare comportamenti ed assembramenti che potrebbero accrescere il rischio di diffusione dell’epidemia, alla luce del numero di contagi ancora alti e della particolarità diffusività delle varianti al momento presenti. Da qui la decisione di chiudere anche i generi alimentari: il fatto di uscire dalle proprie abitazioni per fare acquisti, o anche di consumare in spazi pubblici – si legge nell’ordinanza – potrebbe determinare situazioni tali da pregiudicare le misure invece necessarie per arginare la diffusione della pandemia. I negozi di generi alimentari e di prima necessità potranno in ogni caso raccogliere ordini online o telefonici e consegnare i prodotti a domicilio. Sarà vietato invece l’asporto. Bar e ristoranti potranno restare aperti per assicurare l’asporto e il domicilio, come previsto dalle disposizioni nazionali per le zone rosse.

Non diminuiscono i focolai del Covid invece in Sardegna, Regione rimasta per 3 settimane in zona bianca e passata in arancione il 22 marzo scorso. Zona rossa anche a Pula, nota località turistica del sud-ovest dell’isola, insieme a Villa San Pietro e Burcei, Sarroch, Samugheo, Sindia, Bono, Golfo Aranci, Uri, Solemnis e Pozzomaggiore. Secondo le disposizioni in vigore fino al 16 aprile della sindaca di Pula, Carla Medau, nel comune è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dal territorio salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute o situazioni di necessità. Vietate le visite a parenti o amici. Stop al commercio al dettaglio (tranne alimentari), a barbieri e parrucchieri. Aperte edicole, tabaccai e farmacie e parafarmacie. Chiusi parchi, giardini e cimitero.

Come per il resto d’Italia, infatti, anche in Sardegna la mutazione inglese del coronavirus (più contagiosa fino al 37% rispetto al ceppo originario) è diventata quella predominante. Stando all’ultima rilevazione dell’Iss, qui è presente nell’85,7% dei casi, mentre quella sudafricana – che potrebbe diminuire l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili – è stata accertata nel 4,8% dei tamponi analizzati. Come si sia arrivati a questa situazione ha provato a spiegarlo il presidente della Regione, Christian Solinas: “Abbiamo perso la zona bianca per alcuni problemi che attengono alla condotta di ciascuno. Speriamo di poter riportare l’Isola in questa fascia con l’attività di vaccinazione e di screening e tutto il Paese Covid free”.

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