Centrodestra sulle barricate contro l’assegnazione della delega alle politiche antidroga alla ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, M5s, favorevole alla liberalizzazione della cannabis. Se Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, all’opposizione, parla di scelta “grave e deludente”, anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si dice “pronto a qualsiasi iniziativa contro il governo” (“Draghi se lo metta bene in testa) se ci fossero “cedimenti” nel senso della legalizzazione: “Sulle droghe servono politiche di contrasto, di prevenzione e di recupero, non certo politiche di apertura o di resa. Un governo che andasse avanti in questa direzione sarebbe un governo morto. Si passerebbe non all’uscita dal governo ma all’ostruzionismo totale su qualsiasi materia”. Per Matteo Salvini (Lega) “la droga, ogni droga, è morte. Nessun regalo agli spacciatori”. I 5 Stelle e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, di Più Europa, difendono invece la nomina e anche la necessità di regole chiare almeno sull’utilizzo della cannabis terapeutica.
Venerdì, quando la nomina è stata ufficializzata con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la Dadone ha risposto alla lettera inviata dagli oltre 400 digiunatori per la cannabis a Draghi e Speranza, in cui si chiedeva tra le altre cose di iniziare a preparare la convocazione della Conferenza Nazionale sulle droghe che non si svolge dal 2009. La ministra ha promesso che, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, il processo inizierà quanto prima. I “digiunatori” segnalano tra l’altro che occorre ”far fronte ai gravi problemi di approvvigionamento delle terapie a base di cannabis e aprire la strada a un settore con un significativo potenziale impatto economico. Il decreto fiscale del 2017 prevede di aprire la produzione della cannabis terapeutica ai privati, coprirne i costi tramite il Ssn e promuovere formazione e informazione a tutti gli operatori coinvolti. E’ urgente semplificare l’importazione di cannabis per sopperire alle emergenze dei malati e includere la cannabis nei Livelli Essenziali di Assistenza per renderla rimborsabilità in tutta Italia” e “ritirare il decreto che inseriva il Cbd nelle tabelle delle sostanze psicotrope”.
Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S, ha commentato gli attacchi dicendo che “la delega alla ministra Dadone ha aperto una gara a chi è più oscurantista, con punte di prepotenza notevoli. Le critiche sono palesemente aprioristiche e strumentali: confondere le azioni di prevenzione e gestione del complesso fenomeno delle droghe con un generico ‘liberi tutti’ è frutto di prese di posizione antistoriche che speravamo superate”. In Italia “esiste un grave problema legato al consumo delle droghe e soprattutto allo strapotere della criminalità organizzata ma anche per questo è arrivato il momento di cominciare a dettare regole civili. La Corte di Cassazione ha già stabilito i limiti entro i quali è consentita la coltivazione della cannabis per uso personale e presto calendarizzerò la proposta di legge per inserire quei principi nel nostro ordinamento, anche per sostenere il diritto dei malati a curarsi con la cannabis”. A stretto giro la risposta di Gasparri: “Non so cosa deciderà Montecitorio ma a Palazzo Madama una legge del genere non passerà mai. Abbiamo votato per Draghi, non per ‘droghe’. Chi scherza su questi temi vuol mandare il governo a casa”.
Per Della Vedova “è importante, invece, che la delega sia stata assegnata ed è positivo che, questa volta, sia assegnata a un esponente che abbia mostrato un approccio antiproibizionista sulla cannabis”. “Meloni”, scrive su facebook il sottosegretario, “sa che sul piano internazionale si susseguono le normative di piena legalizzazione della cannabis, come in quasi tutto il Nord America ormai, mentre in Italia ancora non è pienamente disponibile la cannabis terapeutica. Buon lavoro alla ministra Dadone: sarebbe importante, nel rispetto di una normativa da tanti anni disattesa, poter arrivare a una conferenza nazionale sulle droghe per un confronto aperto senza pregiudizi ideologici”.