A marzo alcuni lavoratori avevano raccontato a ilfattoquotidiano di aver ricevuto "una mail in cui l’azienda ci metteva in cassa integrazione" subito dopo l'iscrizione al sindacato Si Cobas per chiedere di non lavorare più 12 ore al giorno senza pagamento degli straordinari
La stamperia Texprint di Prato ha licenziato i 18 operai che con l’appoggio del sindacato Si Cobas protestavano da gennaio contro la richiesta di lavorare per 12 ore al giorno senza il pagamento degli straordinari e per il rispetto del contratto nazionale. La comunicazione, secondo Il Tirreno, è arrivata venerdì, alla vigilia dell’udienza sul ricorso d’urgenza presentato dall’azienda contro lo sciopero stesso. Ricorso a cui la proprietà cinese ha rinunciato perché, ha fatto sapere, “al momento sono cessate le condotte delittuose“. Si Cobas ribatte che la rinuncia è arrivata dopo la presentazione della difesa del sindacato dalle “calunnie” sui lavoratori. Secondo Texprint, che ha depositato in procura un dossier di 50 pagine per documentare il comportamento degli operai contro l’azienda, i licenziamenti sono 12.
A marzo alcuni lavoratori avevano raccontato a ilfattoquotidiano di aver ricevuto “una mail in cui l’azienda ci metteva in cassa integrazione” subito dopo l’iscrizione al Si Cobas per chiedere il rispetto del contratto di lavoro con relativo orario di 8 ore per 5 giorni alla settimana e il passaggio dalla formula di ‘apprendistato’ al contratto regolare. Secondo il sindacato, alcuni dirigenti dell’azienda hanno offerto ai lavoratori in presidio “migliaia di euro per interrompere la protesta” contro lo sfruttamento. Per il 17 aprile sarebbe prevista una nuova mobilitazione.