Con il secondo, il terzo… lockdown, cambia il rapporto con la casa. Diventa più intrinseco, più intenso. La casa diventa “un tutto” e la si ridisegna mentalmente, Nicolò Castellini docet
E se lo chiamassimo “Sistema Castellini” o “50 sfumature di Design”? Nipote d’arte, figlio d’arte. Ma Nicolò anche se ha imboccato la stessa strada si è subito distinto da chi lo ha preceduto. Creativo sì, ma a modo suo, interior e garden designer, ruoli per lui intercambiabili. Il legame con il padre, Piero Castellini, è stato importante e reciprocamente nutrito da un costante confronto di idee.
Nicolò Castellini Baldissera è un uomo molto chic, dalla raffinata formazione intellettuale, frequenta case d’aste, mercatini e medine, alla ricerca dell’oggetto introvabile con il quale decora le residenze dei suoi clienti sparse per il mondo…Il suo bisnonno era Piero Portaluppi, architetto, urbanista tra i più importanti del secolo scorso che con invincibile ostinazione impose il suo imprinting alla grigia Milano delle grandi famiglie: Borletti, Crespi…
E siamo arrivati alla terza generazione, quella di Nicolò ( la quarta è in erba) che abita ancora nel palazzo di famiglia, Casa degli Atellani, di fronte la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che fu restaurata proprio da Portaluppi. Nel giardino di casa c’è la vigna di Leonardo, regalo di Ludovico il Moro al Maestro. Nicolò ha vissuto un po’ qui, un po’ li, si è formato alla Sotheby’s di Londra, poi è andato a Parigi, passando per Santa Fe, in New Mexico, e per Gstaad. L’internazionalità è il suo passaporto. Il nomadismo culturale se lo porta nel dna.
Otto mesi di lockdown in Marocco e ha dato alle stampe “Inside Tangeri. Houses&Gardens” ( VendomePress). Tangeri una città fra due mondi. Antico snodo portuale spalancato sullo stretto di Gibilterra, già dai tempi dei fenici era considerata la porta (gateway) fra Europa e l’Africa.
Tangeri, il posto catalizzatore di energie sprigionate dalla natura, mare, spiaggia bianche e dune del deserto. Nelle case da lui decorate miscela lo stile moresco con il design di modernariato, piastrelle ottomane con maioliche portoghesi, tavoli reinterpretati in chiave portaluppi e lampade liberty…
Per avere un’idea del touch estroso basta fare un’ incursione sulla sua pagina instagram, spalmate di followers e tanti pollici sù per il letto a baldacchino forgiato in ferro con cuscinate nel suo colore preferito, il blu pavone. La vasca vintage della nonna con rubinetteria di bronzo entra in camera da letto incorniciata da tenda di antico pizzo. Il tutto su sfondo giallo ocre che tra l’altro è il colore “speziato” tangerino.
Tutto in perfetta sinergia come quella con il fotografo Guido Taroni, erede di Luchino Visconti e nipote di Giovanni Gastel, lui scatta e Nicolò racconta: case, ma anche personalità, capricci e manie dei proprietari. Ogni cosa è illuminata dal loro senso estetico. L’eclettico Nicolò nella palette dei colori passa da un teatrale rosso pompeiano alle pareti al verde menta nel jardin d’hiver, al golden bronze della sala da pranzo.
Con il secondo, il terzo… lockdown, cambia il rapporto con la casa. Diventa più intrinseco, più intenso. La casa diventa “un tutto” e la si ridisegna mentalmente. Ancora una scintilla creativa e Nicolò & Guido stanno già lavorando al secondo volume “Inside Milano”, e visto che giocano in casa gli si aprono porte e portoni di palazzi, giardini nascosti, cortili della aristocrazia/ borghesia meneghina. E c’è già la lista d’attesa per il click d’autore.
pagina Facebook di Januaria Piromallo