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“Febbre alta e una grave tosse”: peggiorano le condizioni di Alexei Navalny. “Il 20% dei detenuti ha la tubercolosi”

Nuovo post Instagram dello staff del dissidente russo che continua a denunciare le pessime condizioni di detenzione, a causa delle quali ha deciso di iniziare lo sciopero della fame pochi giorni fa

Peggiorano le condizioni di salute di Alexei Navalny, ancora in carcere dopo il suo rientro in Russia del 17 gennaio scorso. Il suo account Instagram ufficiale continua a fornire aggiornamenti sul suo stato detentivo. E dopo l’annuncio dell’inizio dello sciopero della fame con la richiesta di poter vedere un medico, diritto che fino ad ora gli è stato negato nonostante abbia lamentato forti dolori alla schiena e alle gambe, il suo staff sul social fa sapere che il principale oppositore di Vladimir Putin nel Paese ha la febbre a 38.1, una “grave tosse” e teme di aver contratto la tubercolosi a causa di alcuni detenuti risultati positivi.

“Già una terza persona del mio squadrone è stata recentemente ricoverata per tubercolosi. Ci sono 15 persone nel distaccamento che l’hanno contratta, cioè il 20% del totale è ammalato. Un numero molto più alto della soglia epidemiologica. Pensate che le sirene delle ambulanze stiano suonando a tutto volume? No, a nessuno importa, i capi si preoccupano solo della questione di come nascondere le statistiche”, si legge nel post Instagram.

Lo staff, che riporta le presunte parole del dissidente, continua scrivendo: “Quando il terzo è stato portato via con la tubercolosi, siamo andati a leggere il testo sulla ‘prevenzione delle malattie’, c’è anche di questa malattia. Scrivono che è necessario aumentare l’immunità con una buona alimentazione e cibi proteici. All’inizio tutti, ovviamente, hanno riso di me e poi di se stessi. Dopotutto, la carne del nostro cibo è stata rubata a Mosca. Olio e verdura sono stati rubati da Vladimir. E sul posto, a Pokrov, le ultime briciole erano già state portate a casa, lasciando i prigionieri con porridge come colla e patate congelate. Prova a rafforzare la tua immunità. Guardando i piatti da incubo in cui hanno messo il cibo sono sorpreso che qui non ci sia il virus Ebola”.

L’ultimo aggiornamento riguardante il blogger dissidente lo voleva dimagrito di ben 8 chili dal giorno della sua incarcerazione. Una repentina perdita di peso che, però, non è dovuto allo sciopero della fame, iniziato solo pochi giorni fa, ma alle sue condizioni di salute che continuano a peggiorare, spiega la sua squadra.

Nonostante ciò, anche oggi hanno confermato che la protesta continuerà fino a quando non riceverà la visita di un medico, visto che la scorsa settimana le autorità hanno preferito farlo parlare con una ex spia russa.