di Nicola Cirillo
Il 30 gennaio l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) autorizza il vaccino AstraZeneca e fornisce una chiara indicazione per un “suo utilizzo preferenziale in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide“.
Il 2 febbraio l’AIFA ribadisce: che “in attesa di ulteriori studi, l’indicazione per il vaccino AstraZeneca resta preferenzialmente per la popolazione tra i 18 e 55 anni e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi“.
L’8 marzo l’Austria blocca un lotto dell’AstraZeneca a seguito della morte di un’infermiera di 49 anni.
L’11 marzo la Danimarca annuncia la sospensione di AstraZeneca.
L’11 marzo l’AIFA decide di emettere un divieto di utilizzo su un lotto del vaccino AstraZeneca a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi.
Il 14 marzo l’AIFA rassicura gli italiani per l’ingiustificato allarme sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca. Il giorno dopo lo sospende in via cautelare.
Al 15 marzo i Paesi che hanno sospeso l’AstraZeneca sono Francia, Danimarca, Germania, Italia, Spagna, Norvegia, Islanda, Bulgaria, Paesi Bassi e Irlanda, a cui si aggiungono Thailandia e Repubblica Democratica del Congo. Altri Paesi dell’Unione europea – Austria, Lussemburgo, Estonia, Lituania e Lettonia – hanno bloccato alcuni lotti specifici del vaccino, permettendo l’uso delle altre dosi.
Il 18 marzo: L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), conferma il favorevole rapporto beneficio/rischio del vaccino antiCovid-19 AstraZeneca, escludendo una associazione tra i casi di trombosi e il vaccino Covid-19.
A seguito della decisione della pronuncia favorevole dell’EMA, l’AIFA autorizza le vaccinazioni con AstraZeneca dal giorno successivo.
Cosa succede invece negli altri Paesi?
La Francia ha deciso di riservare il vaccino solo alle persone di età superiore ai 55 anni. Il Land di Berlino, ha deciso di interrompere le vaccinazioni per le donne sotto i 60 anni. La commissione tedesca sui vaccini, Stiko, ha raccomandato l’uso di AstraZeneca solo per le persone sopra i 60 anni. Norvegia e Danimarca hanno prorogato lo stop al vaccino fino al 15 aprile. La Danimarca in particolare ha dichiarato di non aver ancora escluso un possibile collegamento tra questo vaccino ed i casi di trombosi segnalati.
L’Olanda ha sospeso temporaneamente l’uso di AstraZeneca per tutte le età (avrebbe concesso la vaccinazione agli over 60 ma per opportunità economiche lo ha sospeso anche per loro).
In Italia, invece, la vaccinazione AstraZeneca è consentita e per tutte le fasce di età. Questo nonostante ci siano stati casi di morti sospette tra persone che si erano precedentemente sottoposte alla vaccinazione: un’insegnante 32enne di Genova, vaccinata il 22 marzo e morta a seguito di un’emorragia cerebrale qualche giorno dopo; un’insegnante di Palermo di 47 anni, una maestra di musica di Messina di 55 anni, un insegnante di Biella, una dirigente d’azienda di 69 anni ad Agrigento.
Viene da chiedersi a quale logica risponda l’accelerazione della campagna vaccinale con farmaci dalla sicurezza a mio parere apparentemente dubbia. La risposta la dà il presidente Mario Draghi il 18 marzo nel suo intervento alla cerimonia per la giornata delle vittime del Covid: “Il governo è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra priorità“. E prosegue ribadendo che “qualunque sia la decisione dell’Ema, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi“.
Qualunque – sia – la – decisione – dell’Ema. Esatto. Draghi rassicura l’economia, i mercati. Ma non riesce a rassicurare uomini e donne (soprattutto donne), che stanno giocando a una roulette russa col vaccino. Sono insegnanti, infermiere, cittadine italiane. Sono madri, sorelle, amiche. Ci pieghiamo di fronte a una “ragion di Stato” che evidentemente non ci è dato comprendere. Ma è la “ragion di Stato” italiana. Quella degli altri Paesi europei, al momento, mi sembra meno cinica.