"Ancora una volta, dopo il 6 aprile di 12 anni fa, oggi dobbiamo fare ricorso alla nostra forza interiore di gente di montagna", ha detto il sindaco Pierluigi Biondi. A causa delle norme emanate per contenere il contagio da Covid-19 per il secondo anno consecutivo non si è svolta la fiaccolata
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 una scossa di terremoto di 5.8 gradi localizzata a pochi chilometri da L’Aquila, causò 309 vittime e 1900 feriti. Oltre al capoluogo della Regione, furono 56 i comuni colpiti. Oggi, dodici anni dopo, vengono ricordate le vittime e si continua a chiedere alle istituzioni attenzione e impegno per completare la ricostruzione.
“Nessuno di noi può e deve dimenticare”, ha scritto su Twitter il sindaco Pierluigi Biondi, “ma negli occhi dei nostri ragazzi leggiamo un nuovo racconto. Quello dell’Aquila e di una terra orgogliosa che ha saputo finalmente rinascere”. E, intervenendo al termine della messa nella chiesa del Suffragio ieri sera, ha dichiarato: “Ancora una volta, dopo il 6 aprile di 12 anni fa, oggi dobbiamo fare ricorso alla nostra forza interiore di gente di montagna. Dobbiamo reimparare a vivere nella normalità. Il dolore non ferisce soltanto ma stimola le nostre risorse più profonde per affrontarlo e viverlo all’altezza di una dignità umana che la storia continua a riscattare tra le pieghe di avvenimenti carichi di orrori ma anche che successi e rinascita. Sono due anni che questo rito del dolore, della speranza, è stato registrato dall’emergenza sanitaria da cerimonia corale a evento in solitudine. Una pandemia che oggi, su esplicita richiesta dei familiari delle vittime del 6 aprile 2009, ha portato alla decisione di rinviare l’inaugurazione del Parco della Memoria a quando potrà di nuovo esserci un momento comunitario. È desiderio dei familiari, infatti, che l’intera città possa vivere da subito il Parco della Memoria, pensato per accogliere la rifioritura della vita, il ricordo di un dolore privato che si è trasformato nella sofferenza di tutti”. Rivolgendosi un pensiero alla memoria delle 309 vittime, il sindaco ha aggiunto: “I nostri cari, sacrificati sotto le macerie, sono diventati parte di noi, testimoni in un dialogo tra anime, di una visione della vita che attraverso la forza del lutto, dell’emozione che scaturisce dal dolore, produce la speranza di apertura al futuro”. Biondi ha menzionato anche i giovani “che oggi si affacciano, sia pure con affanno, nel mondo del lavoro” e ricordato i due operai stranieri morti nel tragico crollo a San Pio delle Camere (L’Aquila) e, come a loro, a tutto i lavoratori che “hanno contribuito con il loro lavoro a fare dell’Aquila una città ancora più sicura e ancora più bella”.
A causa delle norme emanate per contenere il contagio da Covid-19 per il secondo anno consecutivo non si è svolta la fiaccolata. Alle 18 di ieri 5 aprile si è tenuta, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, una celebrazione liturgica officiata dall’arcivescovo della città dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, nel corso della quale è stata data lettura dei nomi delle vittime del sisma. Immediatamente dopo, con il prefetto, Cinzia Torraco, e il cardinale, hanno reso omaggio alle lapidi delle vittime del terremoto nella Cappella della memoria situata all’interno della chiesa. Alle ore 21 da Piazza Duomo è partito un fascio di luce azzurra verso il cielo: un gesto simbolico che ricalca quello dello scorso anno. Il dispositivo è rimasto acceso sino alle ore 3:32, ora della devastante scossa di terremoto che fu registrata nella notte del 6 aprile 2009. Alle 21:15 sono stati effettuati 309 rintocchi, cui è seguita, a cura di un vigile del fuoco (Francesca Di Nino), l’accensione di un braciere posizionato nei pressi della chiesa.
#laquila accende la sua luce.
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Pubblicato da Pierluigi Biondi su Lunedì 5 aprile 2021