Oggi sono stati celebrati i funerali della professoressa Augusta Turiaco, morta a 54 anni. Alle autorità sanitarie nazionali e internazionali si è rivolta l’avvocata dei familiari, Daniela Agnello, dopo i risultati dell’autopsia, per chiedere “l’immediata sospensione cautelativa della somministrazione del vaccino AstraZeneca per i soggetti con età inferiore a 60 anni”
In coma in gravissime condizioni per un’emorragia cerebrale causata da una trombosi. Mario Turrisi, noto avvocato di 45 anni, di Tusa, in provincia di Messina, aveva ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca il 12 marzo scorso al centro vaccinale di Mistretta. Il legale è ora ricoverato al Policlinico di Messina. Poco dopo la somministrazione aveva avvertito un cerchio alla testa persistente fino ad un malore accusato nella serata di domenica e il trasporto d’urgenza al Policlinico dove è stata accertata l’emorragia cerebrale. Il caso è già stato segnalato all’Agenzia italiana per il farmaco.
Mentre oggi sono stati celebrati i funerali della professoressa Augusta Turiaco, morta a 54 anni, dopo una settimana di coma al Policlinico di Messina. Alle autorità sanitarie nazionali e internazionali si è rivolta l’avvocata dei familiari della professoressa Turiaco, Daniela Agnello, dopo i risultati sull’autopsia, per chiedere “l’immediata sospensione cautelativa della somministrazione del vaccino AstraZeneca per i soggetti con età inferiore a 60 anni”. Secondo gli esperti di parte, l’immunologo Guido Ferlazzo e l’ematologo Andrea Alonci, “dalla documentazione clinica acquisita e dall’esame macroscopico cadaverico, è possibile confermare l’ipotesi diagnostica clinica laboratoristica che esclude preesistenti patologie che possano aver avuto un ruolo significativo nel determinismo della trombosi polidistrettuale”. Nessuno stato pregresso che possa giustificare la trombosi della professoressa di Musica della scuola media Caio Duilio Gallo, di Messina, dove oggi sono stati celebrati i funerali.
Sul caso della professoressa ha aperto un’inchiesta la procura guidata da Maurizio De Lucia che già indaga sulla morte del poliziotto dell’Anticrimine di Catania, deceduto anche lui dopo il vaccino. Sono quattro in tutto finora le procure che indagano sulle correlazioni tra il vaccino e le morti: Siracusa, Catania, Messina, Trapani. A queste a fine marzo si è aggiunta pure la procura di Palermo, che ha aperto un fascicolo conoscitivo dopo la morte della docente di 45 anni, Cinzia Pennino, lo scorso 29 marzo. Sulla morte della docente palermitana sta indagando la task force voluta dall’ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, guidata da Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina legale dell’università di Catania.
Intanto la vaccinazione in Sicilia va a rilento. L’iniziativa nelle chiese per Pasqua, unica in Italia, che avrebbe dovuto dare una spinta alla vaccinazione non ha portato i risultati sperati. Voluta dal presidente della Regione, Nello Musumeci, in accordo con il presidente della conferenza episcopale siciliana, Salvatore Gristina, la vaccinazione dagli hub ufficiali si era temporaneamente allargata a 300 parrocchie sparse in tutta l’isola. Erano pronte 50mila dosi per i fedeli di età compresa tra i 69 e i 79 ma sono stati poco più di 40mila a presentarsi per la somministrazione nei locali ecclesiastici del vaccino Astrazeneca. I numeri più bassi sono stati a Messina, dove a vaccinarsi sono stati in 428, quasi la metà rispetto a Catania, dove si sono vaccinate 829 persone. A ricevere la vaccinazione sono stati invece 950 a Palermo, 275 a Siracusa, 531 ad Enna, 216 a Ragusa, 570 a Trapani e 250 ad Agrigento.