Il numero di casi rari di trombosi associata a carenza di piastrine accertati dopo la vaccinazione con Astrazeneca è stato “superiore alle attese” tra le persone con meno di 60 anni, mentre è stato “inferiore” o in linea con le statistiche per gli over 60. È per questo che l’Italia ha deciso di “raccomandare l’uso preferenziale” del siero solo per chi ha più di 60 anni, un’indicazione su cui potrebbero convergere anche gli altri Paesi europei in base al principio della “massima precauzione“. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, nel corso della conferenza stampa che si è svolta al ministero della Salute mercoledì sera, nel giorno in cui l’Ema è tornata a esprimersi sul vaccino (senza fissare dei paletti). Chi si trova sotto la nuova soglia di età ma ha già ricevuto la prima dose, però, non deve preoccuparsi: “Al momento non ci sono elementi per scoraggiare la somministrazione del richiamo“, ha rassicurato Locatelli, dal momento che “gli episodi di trombosi rare sono stati osservati solo dopo la prima iniezione, non la seconda”.
Giovedì mattina è il ministero della Salute ha inviato alle Regioni una circolare che si limita ad aggiornare di conseguenza le raccomandazioni sul vaccino Vaxzevria ribadendo che il vaccino è approvato dai 18 anni d’età. “Sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate – si legge – si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni”. “Chi ha già ricevuto una prima dose Vaxzevria, può completare il ciclo col medesimo vaccino”.
Al momento a livello europeo una decisione comune non è stata presa, ma fonti qualificate citate dall’Ansa hanno fatto sapere che si sta cercando un accordo in questo senso. Nel pomeriggio, infatti, si è svolto un vertice straordinario dei ministri della Salute Ue con l’obiettivo di individuare una posizione unitaria nella campagna di somministrazione di massa, così da “combattere la disinformazione” e “rafforzare la fiducia dei cittadini nei vaccini anti-Covid”. La commissaria alla salute Ue, Stella Kyriakides, a margine dell’incontro tra i ministri ha rivendicato il fatto che “l’esperienza di AstraZeneca dimostra che il nostro sistema di farmacovigilanza funziona. Adesso, però, “è essenziale che seguiamo un approccio coordinato in tutta l’Unione Europea: dobbiamo parlare con una sola voce per aumentare la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni”. Il primo Paese ad ufficializzare la decisione è stato il Belgio, che ha fissato un’asticella leggermente più bassa (stop ad Astrazeneca sotto i 56 anni).
Lo stesso ha fatto la Francia, riferisce Locatelli in conferenza stampa, mentre Germania e Spagna ne raccomandano l’uso sopra i 60 anni. Nessuna distinzione tra donne e uomini perché “l’Ema ha detto che non ci sono fattori di rischio identificati“, ha aggiunto, sottolineando che in ogni caso “i vantaggi della vaccinazione superano di gran lunga i rischi”. Un punto su cui ha insistito anche il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza. Grazie ad Astrazeneca, ha detto, “in Regno Unito la mortalità per Covid è stata sostanzialmente abbattuta mentre noi abbiamo ancora una situazione che deve fare riflettere. Il vaccino ha un’efficacia molto elevata nelle forme gravi di malattia anche nella popolazione più anziana e non ci sono eventi trombotici segnalati. L’uso preferenziale è per gli anziani, ma il vaccino può comunque essere somministrato a tutti da 18 anni in su, dunque se un soggetto vuole questo vaccino può vaccinarsi”.
Resta il fatto che con le nuove linee guida andrà inevitabilmente rivisto il Piano vaccini nazionale. Un’indicazione sulle prossime tappe l’ha fornita il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, intervenuto nel corso della riunione governo-Regioni che si è svolta in serata. Figliuolo ha annunciato ai governatori che già da domani potranno partire le somministrazioni per chi ha “60-79 anni“, a cui sarà destinato proprio Astrazeneca. “Una platea di circa 13 milioni di persone, due milioni dei quali hanno già avuto la prima dose“. Si partirà subito con loro, quindi, per non lasciare nei magazzini le fiale già disponibili nel Paese e aumentare la copertura vaccinale nella popolazione.