“Il numero dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive per Covid cresce troppo velocemente. Un lockdown breve e uniforme sarebbe auspicabile”. Angela Merkel vuole convincere i Länder a fare quello che aveva già chiesto per Pasqua, salvo poi scegliere la retromarcia. Le parole, pronunciate in conferenza stampa da Ulrike Demmer, portavoce del governo tedesco, sottolineano come a Berlino ci sia la convinzione che serva una nuova stretta generale per far sì che la Germania riesca a superare la terza ondata della pandemia. L’attuale lockdown, che prevede la possibilità di allentare le restrizioni laddove l’incidenza settimanale scenda sotto i 100 casi per 100mila abitanti, non è considerato sufficiente: “Ieri il ministro della Sanità ha spiegato che il numero dei pazienti in terapia intensiva è aumentato del 5% in un giorno. Questo mostra che il sistema sanitario rischia di finire sotto pressione“, ha sottolineato sempre Demmer.
Merkel avrebbe voluto chiudere tutta la Germania per Pasqua, sperando così di dare una spallata decisiva ai contagi. La formula scelta, i due giorni in più di riposo oltre ai normali festivi (i cosiddetti Ruhetag), ha creato però un caos interpretativo che ha costretto la cancelliera a revocare tutto e parlare di “un errore”: Merkel però ha sottolineato che una misura simile sarebbe stata necessaria, mentre l’opinione pubblica è ormai contraria a ulteriori restrizioni. D’altronde il lockdown duro, seppure modificato, prosegue ormai dallo scorso 16 dicembre: nel frattempo hanno riaperto le scuole ed è stata concessa ai Länder la possibilità di applicare le misure più dure (il freno d’emergenza) solo nei distretti in cui l’incidenza supera la soglia critica.
Il numero dei contagi tedeschi ha continuato a salire fino a inizio aprile, mentre negli ultimi giorni è leggermente in calo. Con l’aumento del numero dei tamponi e il passare dei giorni si vedrà però quale effetto hanno avuto i giorni di festività pasquali. Nel frattempo la maggiore preoccupazione del governo riguarda le terapie intensive: secondo i dati comunicati a mezzogiorno del 6 aprile dal DIVI-Intensivregister, la piattaforma digitale per la registrazione in tempo reale del numero di pazienti Covid in terapia intensiva, attualmente restano liberi appena 3.417 posti letto in tutto il Paese. Gli altri 20mila sono invece occupati (non solo da persone positive al coronavirus). Resta una riserva teorica di altri 10mila posti letto attivabili ma, come sottolinea il settimanale Die Zeit, il problema è la carenza di personale. La Bild sottolinea anche che in estate lo stesso registro DIVI comunicava una capacità nazionale di oltre 30mila letti che poi si è lentamente ridotta a poco più di 23mila.
Solo martedì 6 aprile i posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva sono aumentati di 211: a questo ritmo la Germania rischia la saturazione in poco più di due settimane. Per capire il trend, basta considerare che solo il 20 marzo scorso c’erano meno di 3mila posti letto in rianimazione occupati da positivi. Di fronte a questi dati, il leader della Cdu e primo ministro del Nord Reno-Vestfalia, Armin Laschet, ha chiesto agli altri governatori dei Länder di placare le polemiche e accordarsi per un blocco generale di qualche giorno: la sua proposta prevede lo stop alle lezioni in presenza e il ritorno per tutti allo smartworking, oltre all’applicazione delle misure più dure in tutta la Germania. I governatori della Spd hanno già dato una risposta negativa. Il prossimo vertice con la cancelliera Merkel è previsto per lunedì: nei prossimi giorni il governo spera di trovare un accordo, per evitare una riunione fiume e replicare il pasticcio di Pasqua.