di M.B.
Egregio Sig. ministro della Salute,
Le scrivo per porre alla Sua attenzione una questione probabilmente non originale o rilevante, perché di questi tempi ognuno ha le proprie obiezioni e aspettative. Ma credo che in molti si stiano facendo ora questa domanda.
Premetto che apprezzo il Suo lavoro e sono in totale disaccordo con certe fazioni (la cui presenza nel Governo attuale è francamente imbarazzante) che chiedono e fomentano, in funzione dei propri interessi per una dissennata riapertura, whatever it takes. Leggo stamani che è stato raggiunto un accordo con le aziende per la vaccinazione sul luogo di lavoro, a prescindere dall’età e dalle dimensioni dell’azienda. La trovo una buona iniziativa, ma mi colpisce il fatto che questo possa avvenire a maggio, ‘quando saranno stati vaccinati e messi in sicurezza’ tutti gli over 70.
Io ho 68 anni, accudisco regolarmente una madre di 95, ho un figlio che vive a Londra e necessiterebbe periodicamente di un supporto familiare. E anche in funzione di tutto ciò mi chiedo: quando verrà allora il mio turno di ‘essere messa in sicurezza’? Vivo in Toscana e, mentre aspetto con una leggera inquietudine di essere vaccinata con Astrazeneca (pur non vedendo l’ora di poterlo fare), ho assistito nella mia Regione a campagne vaccinali che hanno coinvolto avvocati e loro giovani collaboratori, persone che si improvvisano volontari della Misericordia, dipendenti amministrativi delle Asl in smartworking… e intanto aspetto disciplinatamente il mio turno. Intanto non ci sono vaccini a sufficienza.
Mi chiedo dunque: quando verrà il mio turno? A luglio, ad agosto? Chissà… L’accordo con le aziende aggiunge inevitabilmente ulteriori ritardi. Ma non era una priorità proteggere gli anziani? Non sono ‘anziani’ coloro che appartengono alla fascia 60-70 anni? La risposta purtroppo è sì. Vorrei solo sapere se i piani del Governo per la campagna vaccinale si sono scordati di noi. Troppo poco vecchi per essere una priorità, troppo poco giovani per non essere a rischio.
Eppure ci occupiamo ancora talora di genitori molto anziani, e, potendo, di figli e nipoti. Con stanchezza, a volte, ma con tutte le nostre forze residue. Ma per la campagna vaccinale, siamo in una ‘terra di mezzo’. Un peso per l’Inps perché pensionati e comunque ignorati nel diritto ad una vita migliore, o nella speranza che questa vita che stiamo facendo possa essere migliore, per tornare a fare i figli, e più spesso a fare i nonni. Una generazione ‘di mezzo’… Siamo gli invisibili.
Ecco, vorrei tanto non esserlo, e poter dare quanto prima ‘in sicurezza’ il mio aiuto alle persone che amo, un aiuto che con un po’ di ipocrisia viene definito ‘essenziale e prezioso’ in questi tempi difficili, ma che di fatto, mi pare, è destinato ad essere a lungo ignorato.
Grazie per la Sua attenzione, e auguri sinceri di buon lavoro.