I punti cardine della nuova indagine parlamentare saranno principalmente tre: le cause della collisione, le ragioni del mancato coordinamento del soccorso rivolto alle 140 persone rimaste a bordo del traghetto, i motivi dell’emersione nei tribunali di quella verità altra rispetto a quanto accaduto. Romano (Pd): "Tra il 26 e 28 aprile l’aula potrebbe già votare l’approvazione definitiva"
Ci sarà una nuova commissione d’inchiesta parlamentare sulla strage Moby Prince, questa volta alla Camera dei Deputati. Le forze politiche proponenti – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Lega – hanno infatti trovato l’accordo e licenzieranno il testo unico istitutivo giovedì prossimo, in tempo per il 10 aprile, anniversario trentennale di commemorazione della strage e delle sue centoquaranta vittime. “I pareri delle commissioni arriveranno la settimana successiva – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Andrea Romano, deputato Pd primo firmatario della prima proposta depositata il 22 dicembre scorso – e tra il 26 e 28 aprile l’aula potrebbe già votare l’approvazione definitiva”.
Nonostante l’appello lanciato dalle associazioni familiari delle vittime per la scelta di una commissione bicamerale capace di valicare il confine della legislatura, la commissione sarà monocamerale. “Lo strumento monocamerale è quello più adatto – ha precisato Romano – ed è il modo più rapido per far partire la commissione senza il rischio di non riuscire a crearla”.
Il testo unico che sarà votato dall’aula di Montecitorio indicherà gli obiettivi di questa nuova inchiesta parlamentare. Il primo, condiviso da tutte le forze politiche proponenti, è concludere l’accertamento avviato dalla commissione d’inchiesta che ha lavorato in Senato dal 2015 al 22 gennaio 2018 e ribaltato le conclusioni dell’autorità giudiziaria. I punti cardine della nuova indagine parlamentare, secondo l’accordo maturato tra le forze politiche, saranno principalmente tre: le cause della collisione tra Moby Prince e Agip Abruzzo, quindi la definizione conclusiva della “turbativa della navigazione” che deviò la rotta del traghetto contro la cisterna n.7 della petroliera; le ragioni del mancato coordinamento del soccorso rivolto alle 140 persone rimaste a bordo del traghetto che per questo vi trovarono la morte la notte tra il 10 e l’11 aprile 1991; i motivi dell’emersione nei tribunali di quella verità altra rispetto a quanto accaduto, sancita dall’accordo a due mesi dalla collisione tra armatori e assicuratori sul quale la proposta M5s punta molta attenzione.
A garantire la continuità tra le due commissioni non potranno essere i partecipanti, ma alcuni dei consulenti tecnici precedentemente impegnati nell’inchiesta del Senato potrebbero essere impiegati anche in questa nuova indagine parlamentare. Tra questi, i due magistrati Fabio Scavone e Francesco Dall’Olio. “Sicuramente coinvolgeremo i due magistrati che lavorarono con la commissione del Senato – segnala a ilfattoquotidiano.it il deputato M5s Francesco Berti, firmatario di una delle proposte d’inchiesta – e insieme a loro chiederemo collaborazione anche al Procuratore di Livorno, Squillace Greco, con cui ho già avuto un colloquio sul tema e si è mostrato molto sensibile sulla vicenda”.
Proprio Squillace Greco conduce da tre anni insieme alla dottoressa Sabrina Carmazzi la nuova inchiesta sulla vicenda, nel massimo riserbo e in relazione diretta con la Dda di Firenze, dopo l’ipotesi di strage e le rivelazioni del pentito ‘ndranghetista Filippo Barreca.