“Nell’ultimo anno abbiamo registrato un 80% di richieste in più, dopo che nel 2019 le presenze nei centri di ascolto erano calate grazie a Rei e poi reddito di cittadinanza”, racconta Ciro Grassini, responsabile dell’Osservatorio regionale Caritas sulla povertà. Le famiglie aiutate sono state oltre 14mila. “Con il Covid sono arrivati da noi non solo lavoratori in nero che hanno perso l’impiego, ma anche titolari di attività commerciali, piccoli professionisti, ristoratori. Oltre ai cassintegrati che in attesa dell’assegno si sono trovati in difficoltà anche nel comprare il cibo, in una prima fase”. Con il proseguire dell’emergenza, le attività si sono diversificate: “Nella diocesi di Pozzuoli, che comprende anche quartieri di Napoli come Fuorigrotta, abbiamo appena aperto un emporio solidale come quelli già attivi a Benevento e Castellammare”. Ora, con la terza ondata, anche qui sono in aumento i casi di famiglie che non riescono a pagare mutuo, affitto o utenze. “Con la copia del contratto paghiamo noi. Il problema è quando l’accordo è in nero. Allo stesso modo non possiamo far nulla per chi ha chiesto un prestito a usura: situazioni che, da quel che vediamo qui, stanno diventando più frequenti. Parliamo di persone che non sapevano a chi rivolgersi, hanno chiesto a un amico che magari ha consigliato di rivolgersi a un conoscente… e alla fine si sono ritrovate in una spirale. Noi consigliamo di denunciare, per chiedere poi il supporto delle fondazioni antiusura. Ma molti non vogliono”.

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