Cinema

Covid, i cinema italiani potrebbero riaprire a maggio seguendo l’esempio della Spagna

Lo rivela un link sul sito istituzionale della Direzione Generale Cinema. Su Dgcnews.it viene spiegato che sul tavolo del capo gabinetto del Ministero della Cultura, Lorenzo Casini, c’è un “piano”

di Davide Turrini

I cinema italiani potrebbero già riaprire a maggio. Lo rivela un link sul sito istituzionale della Direzione Generale Cinema. Su Dgcnews.it viene spiegato che sul tavolo del capo gabinetto del Ministero della Cultura, Lorenzo Casini, c’è un “piano” per le riaperture a maggio 2021 delle sale italiane. L’esempio, viene scritto, è quello delle sale spagnole di Madrid e Barcellona. Mentre sul documento in mano a Casini sono stampate tre ipotesi di protocollo con una importante novità: l’aumento della capienza delle sale che passerebbe dal 25% al 40-50%. “Se rimane al 25% – scrivono su dgcinews – gli operatori ritengono impossibile ricominciare”.

Si stanno anche studiando le diverse ipotesi per consentire l’accesso in sala. Si tratta di un tampone (aggiungiamo noi, molecolare) prima di entrare in sala, una mascherina Ffp2 da acquistare all’ingresso e un sistema di areazione importante. In Spagna le sale cinematografiche e teatrali sono autorizzate a riaprire da marzo 2021 e ci sono diversi casi di sale in piena attività, ad esempio i Teatros del Canal de Madrid fin dall’estate scorsa, che non hanno mai registrato focolai di Covid19. Secondo ScreenDaily in Spagna sono aperte il 45% delle sale cinematografiche con diverse limitazioni di capienza a seconda delle regole sviluppate dalle singole autorità regionali.

In Gran Bretagna l’attesa per la riapertura delle sale è per il 17 maggio. Mentre sempre in Europa, secondo ScreenDaily, i cinema sono aperti in Svezia e Norvegia (con discrete limitazioni), in Serbia, in Croazia, in Russia, in Lussemburgo e in Islanda. Infine, rimane ancora sul piatto uno dei più imponenti esperimenti di proiezioni cinematografiche in sala senza far risultare contagi. Si tratta dell’ultimo Festival di Venezia, dove nel settembre scorso si sono avvicendati per un undici giorni e diverse proiezioni al giorno, migliaia su migliaia di addetti ai lavori che si sono seduti in sala separati da due posti vuoti l’uno dall’altro e tenendo sempre la mascherina sul viso.

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