La conferenza stampa del presidente del consiglio: “La disponibilità di vaccini che abbiamo permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70". Alle regioni: "Io dico, smettetela di vaccinare i giovani. Con che coscienza un giovane si fa vaccinare sapendo che lascia esposta una persona che ha più di 65 anni o una persona fragile?”. E cita anche gli psicologi, che però sono obbligati da un decreto varato dal suo stesso governo. Sulle riaperture: "Vaccinare nelle classi più esposte al rischio è interesse delle regioni per aprire la loro economia in sicurezza". Sull'incontro con Salvini: "Gli ho detto che ho voluto io Speranza nel governo è che ne ho molta stima". Poi ha annunciato che il prossimo scostamento di bilancio "sarà probabilmente superiore di quello precedente"
La campagna vaccinale? “La disponibilità di dosi che abbiamo in aprile permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70″. L’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno? “Confermo che sarà rispettato”. E le Regioni che continuano a dare priorità a platee diverse dagli anziani e dai fragili? “Io dico: smettetela di vaccinare i giovani, queste platee di operatori sanitari che si allargano…con che coscienza un giovane si fa vaccinare e salta la lista sapendo che lascia esposto una persona che ha più di 65 anni o una persona fragile?”. Per questo motivo le vaccinazioni dei fragili saranno legate alle riaperture.”Ci sono regioni più avanzate nelle vaccinazioni, questo dovrà influenzare le riaperture: per le Regioni che sono molto avanti con fragili e i più vulnerabili sarà più facile riaprire“. E l’incontro con Matteo Salvini? “Gli ho detto che ho stima di Speranza e l’ho voluto io al governo“. Mario Draghi compare in conferenza stampa con Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, e salta ogni intervento interlocutorio. “Queste ultime settimane sono state piene di cose fatte e poche occasioni di incontro: più che parlare io ascolto le vostre domande”, dice il premier, passando subito la parola ai giornalisti. Ai quali dà una notizia: il prossimo scostamento di bilancio sarà più sostanzioso rispetto al precedente. “E’ previsto che il ministro Franco presenterà prima il Def dove viene definito lo scostamento, poi il Parlamento lo vota e poi presenteremo il decreto che conterrà sostegni e riaperture. Le dimensioni saranno probabilmente superiori di quello precedente”.
“Con che coscienza un giovane si fa vaccinare e salta la lista?” – L’argomento principale all’ordine del giorno è soprattutto uno: i vaccini. Come impatta sulla fiducia dei cittadini e sui numeri la vicenda AstraZeneca? Come si fa ad accelerare il piano di vaccinazione? Secondo Draghi, in realtà, “nei dati il crollo di fiducia in AstraZeneca si vede meno di quanto uno potesse aspettarsi. Continueremo a dare un messaggio rassicurante, che non viene dato a cuor leggero ma con grande serietà, partecipazione, comprensione. Io mi sono vaccinato con AstraZeneca e mia moglie anche. La raccomandazione è usare Astrazeneca per gli over 60”. Altrettanto ottimismo il premier ha dimostrato per gli obiettivi della campagna da vaccinale. “La prima cosa da capire è che bisogna seguire le linee guida di Speranza e del Cts – dice Draghi – Il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno più di 75 anni. Bisogna vaccinare preventivamente gli anziani. Tutto dipende da questo”. Come è noto, però, molte Regioni sono indietro nelle vaccinazioni degli over 70 e spesso anche 80, preferendo vaccianre prima le categorie a rischio. E quindi anche alcuni giovani, che magari svolgono professioni particolarmente esposte al virus. Su questo il premier è categorico: “Alle Regioni dico: smettela di vaccinare i giovani, queste platee di operatori sanitari che si allargano, gli psicologi di 35 anni. Con che coscienza un giovane si fa vaccinare e salta la lista sapendo che lascia esposto una persona che ha più di 65 anni o una persona fragile?”, dice il presidente del consiglio. Va detto che l’inserimento degli psicologi tra le categorie che hanno diritto al vaccino è previsto dal decreto legge 44 dell’1 aprile, varato proprio dal governo Draghi, che prevede dosi per tutti “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita”. Categorie che sono obbligate dunque, visto che lo stesso decreto spiega che “la vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati”.
“Ho detto a Salvini che ho molta stima di Speranza” – Secondo Draghi, poi, non è vero che manchino le dosi. “La disponibilità di vaccini – sostiene – non è calata, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti. La disponibilità che abbiamo permette di vaccinare tutti degli over 80 e tutti gli over 75. La disponibilità di vaccini c’è, tocca al commissario coordinarsi con le Regioni. Si tratta di fare delle scelte di direzione”. Un tema sul quale il premier torna spesso quello delle vaccinazioni delle fasce più vulnerabili al virus. Anche in relazioni alle riaperture, visto che proprio oggi a Palazzo Chigi è arrivato Matteo Salvini. “Ho visto Salvini, i presidenti di Regione, dell’Anci e delle province. E ho visto anche Bersani stamattina”, sottolinea il premier, spiegando di aver difeso il ministro della Salute durante il colloquio col leader della Lega, autore più volte di accuse nei confronti dell’esponente di Leu: “A Salvini ho detto che ho voluto io Speranza nel governo è che ne ho molta stima“. Il leader del Carroccio è andato da Draghi a chiedere riaperture: “Chiedono tutti riaperture, è normale. La miglior fonte di sostegno per l’economia sono le riaperture. Sono consapevole delle situazioni di bisogno e disperazione. Io capisco il senso di smarrimento. Dunque io voglio vedere nelle prossime settimane riaperture in sicurezza, a cominciare dalle scuole”. Che vuol dire riaperture in sicurezza? “E’ venuto il momento di prendere decisioni sulle fasce di età per le vaccinazioni. Questo è al centro delle riaperture. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità. La disponibità dei vaccini c’è e ora tocca al commissario che lavora bene. Il lavoro procede a spron battuto, ora si tratta di fare delle scelte”.
“Più facile riaprire per le Regioni più avanti nelle dosi a fragili e anziani” – Sulle riaperture il premier non ha fornito limiti temporali, ma ha spiegato che “dovranno esserci, non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall’andamento dei contagi e dei vaccini”. Il capo del governo ha ricordato che “il 30 aprile è la data di scadenza del periodo previsto nell’ultimo decreto” per le misure anti contagio da Covid, “ma lì si dice anche che qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità, si possono riconsiderare le cose anche prima. Il governo sta lavorando su tutto questo. Avere date significa conoscere esattamente i parametri rilevanti a una certa data. In tutto questo c’è la volontà del governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure”. E sempre sulla ripartenza ha spiegato che per le “regioni più avanzate nelle vaccinazioni con fragili e i più vulnerabili sarà più facile riaprire. Vaccinare nelle classi più esposte al rischio è interesse delle regioni per aprire la loro economia in sicurezza”. A legare riaperture e vaccinazioni di fragili “ci sarà una direttiva di Figliuolo sulle vaccinazioni delle persone fragili e poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture. Pensate quant’è importante soprattutto per la riapertura delle scuole, soprattutto per quelle dei più grandi: uno dei criteri per chiudere era che tornavano a casa e contagiavano i vecchi, i nonni”. Di sicuro, sostiene ancora il premier, il governo non dà per “abbandonata la stagione turistica, tutt’altro. Manca una data. Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima chi lo sa”.