Dopo i trionfi nel campionato Mineiro e nella coppa nazionale, l’allenatore italiano di pallavolo Nicola Negro ha guidato le ragazze del Minas Gerais alla conquista della Superliga, la serie A brasiliana. È il quarto titolo del coach veneto da quando è arrivato in Brasile nel 2019. Aveva vinto infatti anche la Champions League sudamericana, poi a marzo dell’anno scorso erano state sospese tutte le attività per l’emergenza Covid. Quest’ultima è stata una stagione da record con 34 vittorie su 37 gare. Negro ha 41 anni, la sua prima esperienza professionale nella pallavolo l’ha avuta a 23 come addetto alle statistiche a Conegliano. Quindi è stato quattro anni vice allenatore della Nazionale turca, altri quattro in Polonia tra Atom Sopot, Tauron Dabrowa Gornicza e Impel Wroclaw, un anno a Baku nell’Azerrail. Ha allenato il CSM Bucarest in Romania, il Calcit Ljubljana in Slovenia e un paio di stagioni in A2 con il Trento. Nel 2019 gli è arrivata la chiamata da Belo Horizonte per sostituire al Minas Tenis Clube Stefano Lavarini, che aveva deciso di tornare a lavorare in Italia.
Coach, è riuscito a non far rimpiangere il suo predecessore che aveva già vinto molto.
Non era semplice. Minas è un club storico in Brasile. Ha 1.200 dipendenti e una filosofia diversa dalle squadre italiane. Questa è una polisportiva più simile a Barcellona e Real Madrid. Oltre alla pallavolo ci sono formazioni di basket, nuoto, judo, ginnastica, calcio a 5… Ha tra gli iscritti atleti olimpici. In ogni caso la mia formazione aveva il terzo budget del campionato, non il primo. In Brasile la serie A è molto dura, dopo Italia, Turchia, Giappone, Cina è il miglior torneo al mondo. Le prime cinque squadre sono molto forti, dalla sesta invece (e questa è una differenza con l’Italia) il divario è maggiore.
I risultati sono arrivati subito.
Sì, grazie ad una grande organizzazione e al fatto che siamo riusciti ad avere sempre continuità. Ho vinto alcune scommesse personali. Thaisa arrivava da un infortunio bruttissimo ed è tornata più forte, il miglior centrale al mondo. La capitana Carol Gattaz ha 40 anni e in stagione ha proseguito nella sua crescita. L’americana Megan Hodge l’avevo avuta sia in Polonia che a Baku, veniva da anni di inattività ma io ero convinto potesse dare ancora molto.
Ora che farà?
Credo sia scontato che rimanga qui per la terza stagione. Non ho avuto nessun contatto con l’Europa. Non lo so perché, sono dinamiche di mercato che non conosco. Ma io qui sono contento. A me interessa misurarmi ad alti livelli, non fa differenza in quale campionato. Mi manca solo l’ambiente di una Nazionale.
Che lingua parla con le sue ragazze?
Conoscevo già lo spagnolo, ora parlo un discreto portoghese, che è la lingua ufficiale dello spogliatoio.
Lei è un grande appassionato di musica rock, utilizza qualche buon disco per caricare la squadra?
La musica c’è quando si lavora, per esempio in sala pesi. Ma non sono io il responsabile della colonna sonora. Però ogni tanto le mie giocatrici mi accontentano mettendo su un pezzo che piace a me.
Vivendo in Brasile, segue anche il futebol?
Il calcio è l’unico sport che non mi piace. Però qui è impossibile starne fuori, tutti nello staff e in squadra ne parlano. Io amo molto gli sport americani, tra i miei punti di riferimento come allenatori Pete Carroll nel football e Gregg Popovich nel basket.
Riesce a seguire il volley italiano da lì?
Il campionato italiano femminile sta vivendo un ottimo periodo da 5-6 anni, penso sia tornato ad essere il migliore al mondo. Ne giova anche la Nazionale. Stesso discorso anche per il maschile. Alle prossime Olimpiadi entrambe le squadre hanno possibilità di medaglia.
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