Il ministro degli Esteri turco rivendica l'operato di Ankara e parla di "accuse ingiuste". Il portavoce della Commissione Ue precisa che è stata la delegazione europea in Turchia a occuparsi delle questioni protocollari, ma il direttorato Protocollo fa sapere che - nonostante le richieste - non era stato concesso l'ingresso nella sala prima dell'incontro. Sventata all'ultimo una seconda gaffe a pranzo. Weber (Ppe) chiede dibattito in plenaria sulla visita, che è diventata simbolo di "disunione" perché "i presidenti non sono riusciti a stare insieme quando era necessario"
Non si placa la polemica dopo la visita di Charles Michel e Ursula von der Leyen a Erdogan nel palazzo presidenziale di Ankara, ribattezzata “sofa-gate” perché alla presidente della Commissione Ue non è stata riservata una sedia d’onore, a differenza degli altri due interlocutori, e si è dovuta accomodare sul divano, di fronte al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Ed è proprio lui che oggi rivendica l’operato corretto della Turchia, parlando di “accuse ingiuste nei confronti di Ankara“, che ha invece “rispettato il protocollo” e “accolto le richieste” degli europei in tal senso. Cavusoglu ha insistito sul fatto che la Turchia abbia seguito, come di consueto, il protocollo internazionale e che “la disposizione dei posti” sia stata definita “sulla base delle loro indicazioni“, ha aggiunto, facendo riferimento a un incontro tra “i nostri responsabili del protocollo”. Ma Michel, durante un’intervista televisiva, ha parlato di “immagine disastrosa”.
Fonti turche citate dal giornale Daily Sabah attribuiscono quindi alla “parte Ue la responsabilità dell’incidente”, della presenza di un’unica sedia accanto a quella di Erdogan. Secondo le fonti, scrive il giornale, la disposizione dei posti a sedere “è stata suggerita dalla parte europea prima dell’incontro”. Altre fonti governative turche, sentite dall’Ansa, hanno confermato che “durante la visita” di martedì “è stato seguito il protocollo standard. La presidente della Commissione europea non è stata trattata in modo diverso”, precisando che “né la delegazione Ue ha chiesto una diversa disposizione. In questa situazione – hanno concluso – ci saremmo aspettati che i due ospiti si fossero accordati tra loro”.
Mamer, parlando ai giornalisti che chiedevano dettagli sul protocollo, ha inoltre aggiunto che “in termini di trattamento protocollare i “presidenti della commissione e del consiglio europeo sono trattati nello stesso modo. Ci può essere chi parla prima o chi parla dopo. “C’è stato un incidente, ma l’atteggiamento della presidente von der Leyen è stato quello di continuare la riunione per fare passare il messaggio della Ue”, ha aggiunto Mamer. “Occorre concentrarsi sulle nostro messaggio”. E un tema di cui von der Leyen ha parlato col presidente turco è stata la convezione di Istanbul e dei diritti delle donne, dalla quale la Turchia ha deciso di uscire. La presidente, ha proseguito ancora Mamer, è arrivata ad Ankara con un entourage “ristretto”, perché ancora non è stata “vaccinata”, come molti in Belgio, e quindi “prende tutte le precauzioni per minimizzare i rischi” legati agli spostamenti. La sua delegazione, dunque, era estremamente “ristretta” e delle questioni protocollari, che spesso “non possono essere sistemate via call, bisogna essere sul posto”, si è occupata la delegazione Ue in Turchia. In ogni caso, von der Leyen “ha reagito nel modo in cui ci si attende da una dirigente dell’Unione Europea, non ostacolando il dialogo con la Turchia“, che era l’obiettivo dell’incontro.
Michel: “Immagine disastrosa”
“Deploro profondamente quanto accaduto e l’immagine disastrosa che questo significa. In quel momento non ho reagito perché c’era il rischio che fossi percepito come paternalista e ho pensato che avrebbe provocato un incidente più grave che avrebbe messo a rischio il tentativo di avere rapporti meno negativi” con la Turchia, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo in un’intervista televisiva. “Le immagini che durano più secondi sono brutali, sono scioccanti, ma non rappresentano la vera sfida di quella riunione”.
Michel ha ammesso di aver “riavvolto il film 150 volte nella sua testa”: “Se potessi tornare indietro, mi sarei assicurato che non ci fossero ambiguità e una configurazione dei posti che mostrasse rispetto per tutti”. Il leader europeo non ha “una risposta definitiva” su una possibile provocazione dalla Turchia, ma è certo che questo momento “è inteso come una mancanza di rispetto“: “Al di là di questa questione di protocollo, naturalmente, deploro profondamente l’immagine data e l’impressione di una forma di disprezzo nei confronti del presidente della Commissione europea e delle donne in generale”, per le quali “nutro profondo rispetto”.
Weber: “Si parli della visita in Parlamento” – A chiedere un dibattito in plenaria sulla visita ad Ankara recente in Turchia della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel è il gruppo del Ppe, il cui presidente Manfred Weber ha dichiarato che “la visita ad Ankara avrebbe dovuto rappresentare un messaggio di fermezza e unità dell’approccio dell’Europa alla Turchia. Purtroppo si è tradotta in un simbolo di disunione poiché i presidenti non sono riusciti a stare insieme quando era necessario. Ci aspettiamo di più dalla politica estera europea”.
Per Weber, inoltre, è prioritario “sapere cosa è stato messo sul tavolo dal presidente Michel, poiché le questioni che vengono menzionate necessitano dell’approvazione del Parlamento europeo – ha aggiunto -. Siamo estremamente preoccupati per gli impegni sui visti o sulle dogane, considerata la mancanza di cambiamenti concreti e duraturi della politica della Turchia nel Mediterraneo orientale, nei confronti di Cipro e dei nostri confini esterni”. Il politico bavarese sottolinea inoltre che “la visita non è riuscita a mostrare le nostre più ampie preoccupazioni per quanto riguarda gli attacchi del presidente Erdogan alla società civile e ai prigionieri politici nel paese. Queste questioni devono essere chiarite e per questo abbiamo chiesto un dibattito in plenaria alla presenza dei due presidenti”.
Sventate altre due gaffe – Un incidente di protocollo al pranzo ufficiale durante la visita è stato sventato dagli europei prima che von der Leyen arrivasse in sala. Il tavolo era stato apparecchiato per cinque persone su ciascun lato, con due poltrone d’onore, una per il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e una per Erdogan, seduti l’uno davanti all’altro. A von der Leyen era stata riservata una sedia piccola alla destra di Michel che è stata sostituita all’ultimo momento. Al tavolo di Erdogan, accanto a von der Leyen, era stato previsto che sedesse l’ambasciatore Ue, mentre a sinistra di Michel due dei suoi consiglieri diplomatici. In pratica il protocollo è stato preparato come se von der Leyen fosse parte della delegazione di Michel e non il capo di una istituzione europea. Per riparare al nuovo incidente protocollare, alla presidente della Commissione è stata destinata una poltrona come quelle di Michel e Erdogan ed è stato aggiunto un posto per un membro del suo staff, tanto che mentre dal lato di Erdogan erano seduti in cinque, sul lato europeo erano presenti in sei.
Situazione che rischiava di ripetersi anche in occasione della foto di rito. “È stato” Charles Michel “a suggerire di includere” anche Ursula Von der Leyen “nella fotografia dei due presidenti per illustrare l’incontro” di Ankara, secondo quanto si legge in un documento interno del Consiglio europeo che ricostruisce il protocollo durante la visita.