Il capo politico ad interim ha comunicato all'assemblea dei parlamentari quella che è una profonda riorganizzazione del Movimento: "Si prevede una restituzione di 2.500 euro così suddivisa: 1.500 euro per la restituzione alla collettività; 1.000 euro al conto corrente del Movimento 5 stelle, che include anche la ex quota di 300 euro all’Associazione Rousseau che non dovrà essere più versata". I 5 stelle dovranno "dotarsi di una segreteria organizzativa che si occupi di gestire il database degli iscritti, di una sua comunicazione, di coordinare le attività volte alla formazione delle liste per le elezioni amministrative". E si pensa a una sede fisica a Roma
Un nuovo sistema di rendicontazione, un conto corrente, in futuro forse anche una sede a Roma. E poi nuove regole di restituzione, che consentano di sostenere spese fisse per una piattaforma web, una segreteria, la comunicazione. Il Movimento 5 stelle fa un altro sostanzioso passo in avanti. Ed è un passo lungo visto che coincide con un allontanamento da Davide Casaleggio e l’associazione Rousseau, che gestisce l’omonima piattaforma online sulle quali si svolgono le elezioni interne dei 5 stelle.
In campagna elettorale solo “una piccola parte di parlamentari aveva assunto un impegno” con Rousseau “e non l’ha rispettato. Non sto a giudicare ma oggi anche alla luce del nuovo corso mi aspetto che tutti regolarizzino al 31 marzo la loro situazione in modo da non lasciare strascichi. Le pretese economiche di Rousseau sono infondate sia nella quantificazione sia nella identificazione del M5S come soggetto obbligato. La pretesa di 450mila euro comprende al suo interno, come parte preponderante le quote non versate da parte dei parlamentari fuoriusciti”, ha detto Vito Crimi, parlando all’assemblea dei parlamentari. Il riferimento del capo politico ad interim è per la situazione di tensione che si è creata tra il Movimento e l’associazione Rousseau. Ieri sul Blog delle stelle era comparso un nuovo ultimatum: se entro il 22 aprile non saranno saldati i debiti delle mancate restituzioni dei parlamentari espulsi o in ritardo – che vengono quantificati in 450mila euro – l’associazione era pronta a intraprendere “un percorso diverso”. Fonti del Movimento avevano replicato facendo filtrare all’agenzia Adnkronos l’intenzione, a partire dalla settimana prossima, di dare un incarico formale per la realizzazione di una nuova piattaforma.
Oggi sono arrivate le parole di Crimi, che ha spiegato come con Rousseau stiano “procedendo con alcune interlocuzioni in questi mesi, c’è una attività legale dietro, per definire questa contestazione di presunte inadempienze da parte del M5S. Inadempienze che ad avviso dei nostri consulenti legali, non ci sono”. Per l’ex capogruppo al Senato “le pretese economiche di Rousseau sono infondate sia nella quantificazione che nella individuazione del movimento come soggetto ritenuto obbligato. La pretesa di oltre 400 mila euro, infatti, include al suo interno, e ne è la parte preponderante arrivando a quasi 270 mila euro, le quote non versate da parte di coloro che sono fuoriusciti dal Movimento”. Insomma: le trattative tra i 5 stelle e Casaleggio sono in corso.
Dopo l’ultimatum di ieri, quindi, oggi Crimi ha annunciato quella che sembra essere una completa riorganizzazione del Movimento “Con il Comitato di Garanzia, in accordo con il tesoriere e sentiti i vostri capigruppo, abbiamo valutato di modificare radicalmente il meccanismo di rendicontazione e restituzione in modo da semplificarlo, da una parte, e così da rendere il Movimento in grado di diventare soggetto autonomo organizzativamente, che possa interfacciarsi direttamente anche con la piattaforma tecnologica”, ha spiegato il capo politico ad interim. “L’obiettivo è dare al Movimento 5 Stelle una disponibilità economica che consenta, complessivamente, di sostenere direttamente le spese per una piattaforma tecnologica per la democrazia diretta”.
Crimi dunque non ha confermato – ma non ha neanche smentito – l’ipotesi di una nuova infrastruttura web. “Se continueremo ad usare Rousseau per l’esercizio della democrazia diretta? La risposta non può essere sì o no per i seguenti motivi per questioni che sono ancora in fase di definizione”, ha detto, sottolineando che al M5S “serve una piattaforma tecnologica sia per gestire gli iscritti, e per la democrazia diretta che è nel nostro Dna” ma “la piattaforma deve essere gestita in totale autonomia dal Movimento e non da un soggetto terzo”. A questo proposito ha detto che “l’Associazione Rousseau ha fatto delle attività, ha preso delle iniziative, relative anche alla piattaforma, in totale autonomia e senza coordinamento con il Movimento, come l’introduzione del sistema dei ‘mi fido’ che ha fatto storcere il naso a tanti”. Si tratta di una nuova funzione lanciata a novembre, che consentiva agli attivisti iscritti di poter utilizzare il tasto “mi fido” in riferimento ad altri attivisti.
In questo senso la grande novità comunicata da Crimi è che da aprile i parlamentari non dovranno più versare direttamente denaro all’assocazione Rousseau. “Dalla rendicontazione del mese di aprile si prevede una restituzione fissa complessiva di 2.500 euro così suddiviso: 1.500 euro per la restituzione alla collettività; 1.000 euro al conto corrente del Movimento 5 stelle, che include anche la ex quota di 300 euro all’Associazione Rousseau che non dovrà essere più versata a decorrere dalla mensilità di aprile”. Per questo motivo è stato aperto “due settimane fa di un conto corrente bancario a nome del M5S”. In questo modo, ha continuato Crimi, sarò possibile “dotarsi di una segreteria organizzativa che si occupi di gestire il database degli iscritti, di una sua comunicazione, di coordinare le attività volte alla formazione delle liste per le elezioni amministrative, per la formazione permanente, per il coinvolgimento degli iscritti nella definizione dell’azione politica, per la tutela e consulenza legale”. In più i 5 stelle stanno pensando a una sede fisica. “Stiamo cercando di capire la fattibilità, stiamo prendendo in considerazione delle soluzioni perché si possa avere un punto di riferimento qui a Roma. E’ noto a tutti che la sede del Movimento è presso uno studio legale, e anche questa cosa non può essere più sostenibile. Questa situazione non può più essere sostenibile, specialmente in prospettiva di un forte rilancio e rigenerazione del Movimento”.