In Lombardia a partire da oggi 9 aprile sono iniziate le prenotazioni dei vaccini per i disabili ma qualcosa non sta andando per il verso giusto. Ci sono segnalazioni di problemi. “Sveglio fino a mezzanotte per prenotare il vaccino, e il mio nome non risulta inserito tra quelli titolari di legge 104 (prevista per le persone con grave disabilità, ndr), cosa che invece ho da quando sono nato. Nelle liste il mio nome non c’è. Mica solo il mio, perché vedo dai commenti su Facebook di non essere l’unico. Panico, vero, il panico di uno che dopo un anno chiuso in casa vede l’orizzonte e all’improvviso tagliano ai titoli di coda”. Questo è quanto ha denunciato Simone Gambirasio sul suo profilo Facebook. Il direttore di Ledha, Giovanni Merlo, contattato da Ilfattoquotidiano.it conferma che “ci sono dei disservizi e finora alcune persone ci hanno segnalato che pur avendone diritto non sono state inserite tra gli elenchi delle somministrazioni prioritarie”. Ci sono soggetti che pur avendo una certificazione di invalidità civile 100% e risultando disabili gravi ai sensi della legge 104 non sono presenti nelle liste prioritarie, come da indicazione del capo di Gabinetto del ministero della Salute in data 8 marzo.
Gambirasio da sempre convive con una “disabilità irreversibile” e “sono stato anche ricontrollato due volte dalla Regione. anche quel controllino (cammini? no, ok ciao) l’ho passato liscio due volte: disabile, disabilissimo”. Era sicurissimo di essere tra quei soggetti destinati a ricevere per primi la somministrazione vaccinale anti-Covid. E invece no. Molto amareggiato scrive nel post che “non sono ancora vaccinato, perché prima era più importante vaccinare gli altri. Tutto bene, tutto ok. Io ho problematiche respiratorie e richiedo assistenza, ma siamo in una pandemia globale vorrai mica infastidire i normodotati che salvano il mondo…tipo gli avvocati o i sindaci”.
In fase di prenotazione ha fatto la scoperta di non essere neanche incluso negli elenchi. “Rimango collegato al numero verde (regionale, ndr), la linea cade cinque volte – racconta su Fb – Riescono a rispondere, e mi dicono che non sono nella lista dei disabili. Sparito. Mi dicono di chiamare il mio medico di base, che opera a Cairate ma ha un tempo d’attesa che manco il numero del vaccino COVID. Dopo aver scritto una mail, lasciato un messaggio in segreteria e richiamato più volte il mio medico di base mi dice ‘No, non è vero, la Regione dice bugie, io non ho nessuna lista, ho controllato non saprei dove inserirla’. Dopo aver letto quel che scrive il sito della Regione, ovvero che in caso un disabile ‘scompaia’ deve essere il medico di medicina generale a reinserirlo, mi risponde “proverò a capire, le farò sapere”. Sul portale regionale dedicato alle prenotazioni vaccinali vi è scritto che “nel caso non fosse possibile prenotare, bisogna rivolgersi direttamente al medico di medicina generale che segnalerà il Suo nominativo per la prenotazione una volta verificato che Lei risulti in possesso dei requisiti previsti per pazienti in condizioni di estrema vulnerabilità non in carico ad una struttura ospedaliera o con disabilità grave, ai sensi della L.104/92, art. 3, comma 3”.
Gambirasio, però, non ci sta e punta il dito sulla cattiva gestione degli elenchi dove dovrebbero già essere inserite tutte le persone con grave disabilità. “Tutto organizzato, tutto bello, useranno le liste Inps di chi ha la 104, per verificare chi abbia diritto”. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Il post si conclude con un finale sarcastico: “Quindi insomma, non sono più disabile, a saperlo prima avrei invocato prima sta pandemia. Una Regione che pur di non vaccinarmi, sa fare miracoli. Congratulazioni”. In occasione dell’inizio delle prenotazioni vaccinali per le persone con disabilità, il 9 aprile Ledha ha pubblicato sul proprio sito web una sorta di vademecum dal titolo “Vaccini per persone con disabilità e caregiver, ecco come prenotare”, nel quale riporta sinteticamente gli ultimi aggiornamenti. “Abbiamo fatto un lavoro di sintesi, dando indicazioni il più possibile semplici da seguire per le famiglie interessate. Riprendendo le comunicazioni di Regione Lombardia, sarà possibile anche indicare fino a tre caregivers e/o familiari conviventi attraverso la piattaforma dedicata”, conclude Merlo.