Un libro diverso. Che non strizza l’occhio al lettore, quindi coraggioso. Si intitola Molto a sud di Stoccolma, lo ha scritto Alessio Schiavo (nato a Oleggio 40 anni fa, al suo primo libro) e lo ha pubblicato Fernandel, casa editrice sempre attenta nel proporre libri di qualità ma particolari, ora nella trama e ancor più nella forma.

L’incipit del libro

Ti prego di non piangere. Di smettere, nel caso tu abbia iniziato. Di regolarizzare il tuo respiro.
Avevo pensato di esordire semplicemente con Calmati, salvo realizzare che sarebbe risultato pretenzioso, controproducente, o persino sarcastico: calma, nella tua situazione, non puoi esserlo. Ho quindi deciso di pregarti almeno di sembrarlo… Forse risulta sarcastico questo mio secondo paragrafo. Rimedierò con il terzo.
Non subirai nessun male. Nessuno, al di là di una temporanea – temporanea – limitazione della libertà di movimento – peraltro, se tale limitazione un male debba effettivamente considerarsi, mi riserverei di discuterlo in seguito. Non subirai nessun male fisico, ecco, e in particolare nessuno di carattere sessuale – sessuale.

Come è nata l’idea di questo libro? La parola all’autore, Alessio Schiavo

“A volte i giornali riferiscono di ragazze scomparse. Si finisce per crederle morte ma, a distanza di mesi, o di anni, ecco che alcune vengono ritrovate. La felicità di vederle ancora in vita è turbata dalla scoperta di come abbiano trascorso la loro assenza: nella maggioranza dei casi, segregate da un maniaco.”

Due cenni sul libro

Un’adolescente si risveglia sola e confusa in un luogo sconosciuto: un piccolo appartamento, senza finestre, in ordine, pulito. È stata narcotizzata e poi rapita. Lo realizza leggendo la nota che trova vicino a sé: chi l’ha rapita ha lasciato delle minime spiegazioni. Fra queste, che la porta dell’appartamento è solida, chiusa a chiave e destinata a non aprirsi. L’adolescente teme per la propria vita. Per la propria “virtù”.

Ma chi ha rapito l’adolescente non entrerà mai nell’appartamento. O almeno così scrive… Sembra la verità: i pasti vengono forniti attraverso un apposito sportello, e attraverso lo sportello vengono scambiate le note. Non sono previste altre forme di comunicazione. Chi ha rapito l’adolescente vorrebbe destinarle un’educazione sperimentale. Ma a differenza del proverbiale caso svedese, tra vittima e carnefice non nasce alcuna empatia. Si sviluppa semmai una sorta di duello.

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