Avete ricevuto un ordine importante da un cliente di elevato standing e non avete la liquidità necessaria per mettere in piedi le operazioni necessarie (per esempio acquisto materiali, investimenti, eccetera) per soddisfarlo? Nel nostro viaggio delle ultime settimane nel mondo degli strumenti di finanza alternativa per le piccole imprese, dobbiamo ora soffermarci sul Purchase Order Finance (Pof), una soluzione innovativa tra le più interessanti nel panorama della Supply Chain Finance, ovvero quell’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio Capitale Circolante facendo leva sul ruolo che essa ricopre all’interno della “catena di fornitura” in cui opera e delle relazioni con gli altri attori della filiera.

Oggi assistiamo sempre più spesso ad iniziative verticali a sostegno delle Piccole e Medie Imprese (Pmi) di un determinato settore con logiche di filiera o territoriali di distretto. Non solo, le (poche) banche e, soprattutto, il mondo fintech sembrano anche più disposti ad accettare forme di mitigazione del rischio meno invasive per il richiedente il credito, cercando di ribaltare il rischio di perdita utilizzando questi strumenti alternativi.

Il purchase order finance è l’impiego di un ordine ricevuto da un cliente con elevato merito creditizio come garanzia per ottenere un finanziamento: rispetto alle soluzioni tradizionali, il focus del finanziamento fa un passo indietro spostandosi dalla fattura all’ordine. Questo strumento consente ad un’istituzione finanziaria di sostenere l’ordine con un finanziamento che può coprire fino al 50% del valore dell’ordine. Solo dopo che l’ordine viene accettato, eseguito e fatturato dal fornitore, l’istituto finanziario viene progressivamente ripagato. In molti casi questo processo di rimborso è eseguito attraverso un finanziamento di factoring con un intermediario che può anche essere diverso dall’erogatore di Pof.

È opportuno sapere, però, che le soluzioni di Purchase Order Finance presentano una serie di costi di accesso e, soprattutto, di gestione che devono essere negoziati con attenzione e professionalità. In primo luogo, per accedere alle soluzioni di Pof, i fornitori potrebbero dover sostenere costi di reclutamento e consulenza per trovare il giusto partner erogatore del finanziamento, dato che questi attori, professionalmente specializzati, sono ancora poco diffusi.

In secondo luogo, considerato il numero elevato di contratti, ordini e fatture proveniente dai rapporti commerciali, non sono da sottovalutare i costi di gestione e controllo della soluzione, che sono inferiori quando il processo è digitalizzato o superiori quando esso è prevalentemente cartaceo (come accade nella maggior parte dei casi). Inoltre, per accedere a una soluzione di Pof, il fornitore deve anche affrontare la raccolta di una serie di documenti (contratti, ordini, lettere di credito, …) che richiedono costi legali e di compliance.

Ma la voce di spesa più rilevante non solo per il Pof, ma anche per altre soluzioni di Supply Chain Finance, sono i costi finanziari (variabili a seconda del tipo di Pof) tendenzialmente elevati, anche a causa della soluzione di factoring che viene aggiunta nella fase post-spedizione. Il cambiamento passa attraverso la consapevolezza che il sostenimento finanziario delle piccole imprese non si svolge solo attraverso il canale bancario classico ma, con le opportune salvaguardie di conoscenze, occorre rendersi conto che, oltre la filiale della propria banca, esiste un mondo di soluzioni quantomeno da esplorare.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Otto per mille, si apre la battaglia contro ‘l’inoptato’

next