Non ce l’ha fatta l’avvocato di 45 anni di Tusa, Mario Turrisi. Dopo quattro giorni di coma è morto nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 aprile. Le sue condizioni erano apparse da subito gravissime, dopo che le analisi avevano mostrato un’emorragia cerebrale in corso. Un caso simile agli altri siciliani per cui si sospetta un nesso con la somministrazione del vaccino di Astrazeneca. Lo scorso 12 marzo aveva ricevuto, infatti, il vaccino all’hub predisposto a Mistretta, sui Nebrodi, circostanza che aveva pubblicizzato con orgoglio su Facebook. Poco dopo aveva iniziato ad accusare forti mal di testa. Uno stato di malessere che si era aggravato a settimane di distanza, precisamente la sera di Pasqua, quando ha accusato un malore mentre si trovava nella sua abitazione. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Cefalù, dagli approfondimenti diagnostici era emersa un’emorragia celebrale. È stato quindi trasportato a Messina dove è rimasto in condizioni gravissime fino a venerdì notte. Sarà adesso la procura della città dello Stretto, guidata da Maurizio De Lucia, a chiarire tutti gli aspetti della vicenda.
Sono già tre le indagini in corso a Messina su morti per le quali si sospetta una possibile correlazione con la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Il primo caso da chiarire per la procura peloritana è quello dell’agente dell’Anticrimine di Catania, Davide Villa, morto a 50 anni, a distanza di 12 giorni dalla somministrazione del vaccino. Il secondo caso è quello della professoressa di Musica, Augusta Turiaco, morta a 54 anni anche lei al Policlinico di Messina. La donna aveva ricevuto la prima dose del vaccino di Astrazeneca l’11 marzo, e subito aveva accusato un forte mal di testa. È morta il 30 marzo scorso. E per il suo legale, Daniela Agnello non ci sono dubbi: “Gli accertamenti tecnici avviati dalla Procura potranno consentire di far luce sul farmaco somministrato”.
La procura di Messina ha disposto adesso l’autopsia per l’avvocato di Tusa, e contestualmente l’espianto degli organi così come espressamente disposto dallo stesso Turrisi. Tra tutti i casi sospetti in Sicilia, uno dei più giovani. E sono in tutto sei i casi su cui indagano le procure siciliane, oltre Messina, anche quella di Catania, di Siracusa, di Trapani e di Palermo. Intanto è forte la commozione tra gli abitanti di Tusa, dopo la morte dell’avvocato, che era anche presidente del laboratorio teatrale della cittadina sulla costa tirrenica. A ricordare, in una nota, il giovane professionista anche il sindaco di Tusa, Luigi Miceli e il presidente del consiglio comunale, Paolo Barbera: “Appassionato assessore, propositivo consigliere comunale e scrupoloso legale, da sempre direttamente impegnato in ambito culturale, sociale e sportivo, è stato una colonna per il nostro bel paese. Perdiamo un cittadino modello, un uomo conciliante e garbato, che non faceva mai mancare un sorriso o un concreto aiuto a chiunque ne avesse bisogno. Ci mancherai e per questo non ti dimenticheremo. Ciao Mario”.
Cronaca
Messina, morto avvocato di 45 anni per emorragia cerebrale. Il 12 marzo era stato vaccinato: disposta l’autopsia
Lo scorso 12 marzo aveva ricevuto, infatti, il vaccino all’hub predisposto a Mistretta, sui Nebrodi, circostanza che aveva pubblicizzato con orgoglio su Facebook
Non ce l’ha fatta l’avvocato di 45 anni di Tusa, Mario Turrisi. Dopo quattro giorni di coma è morto nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 aprile. Le sue condizioni erano apparse da subito gravissime, dopo che le analisi avevano mostrato un’emorragia cerebrale in corso. Un caso simile agli altri siciliani per cui si sospetta un nesso con la somministrazione del vaccino di Astrazeneca. Lo scorso 12 marzo aveva ricevuto, infatti, il vaccino all’hub predisposto a Mistretta, sui Nebrodi, circostanza che aveva pubblicizzato con orgoglio su Facebook. Poco dopo aveva iniziato ad accusare forti mal di testa. Uno stato di malessere che si era aggravato a settimane di distanza, precisamente la sera di Pasqua, quando ha accusato un malore mentre si trovava nella sua abitazione. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Cefalù, dagli approfondimenti diagnostici era emersa un’emorragia celebrale. È stato quindi trasportato a Messina dove è rimasto in condizioni gravissime fino a venerdì notte. Sarà adesso la procura della città dello Stretto, guidata da Maurizio De Lucia, a chiarire tutti gli aspetti della vicenda.
Sono già tre le indagini in corso a Messina su morti per le quali si sospetta una possibile correlazione con la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Il primo caso da chiarire per la procura peloritana è quello dell’agente dell’Anticrimine di Catania, Davide Villa, morto a 50 anni, a distanza di 12 giorni dalla somministrazione del vaccino. Il secondo caso è quello della professoressa di Musica, Augusta Turiaco, morta a 54 anni anche lei al Policlinico di Messina. La donna aveva ricevuto la prima dose del vaccino di Astrazeneca l’11 marzo, e subito aveva accusato un forte mal di testa. È morta il 30 marzo scorso. E per il suo legale, Daniela Agnello non ci sono dubbi: “Gli accertamenti tecnici avviati dalla Procura potranno consentire di far luce sul farmaco somministrato”.
La procura di Messina ha disposto adesso l’autopsia per l’avvocato di Tusa, e contestualmente l’espianto degli organi così come espressamente disposto dallo stesso Turrisi. Tra tutti i casi sospetti in Sicilia, uno dei più giovani. E sono in tutto sei i casi su cui indagano le procure siciliane, oltre Messina, anche quella di Catania, di Siracusa, di Trapani e di Palermo. Intanto è forte la commozione tra gli abitanti di Tusa, dopo la morte dell’avvocato, che era anche presidente del laboratorio teatrale della cittadina sulla costa tirrenica. A ricordare, in una nota, il giovane professionista anche il sindaco di Tusa, Luigi Miceli e il presidente del consiglio comunale, Paolo Barbera: “Appassionato assessore, propositivo consigliere comunale e scrupoloso legale, da sempre direttamente impegnato in ambito culturale, sociale e sportivo, è stato una colonna per il nostro bel paese. Perdiamo un cittadino modello, un uomo conciliante e garbato, che non faceva mai mancare un sorriso o un concreto aiuto a chiunque ne avesse bisogno. Ci mancherai e per questo non ti dimenticheremo. Ciao Mario”.
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".