Cinema

Suonala ancora, Sam. Da Totò a Fantozzi, da Woody Allen a Kubrick e Russell Crowe: le battute più belle dei film in un libro

In libreria con Bompiani la nuova edizione curata da Roberto e Paola Casalini con 7575 frasi tratte dai più grandi film usciti dal 1919 al 2020. Con tanto di quiz finale per scoprire chi ha detto cosa

di Davide Turrini

Benedetta sia la famiglia Casalini. Più Morandini (Morando&co) che Jackson family, anche se l’armonia coreografica e musicale non fa loro difetto. Roberto Casalini e la figlia Paola hanno rimesso mano, integrato, imbottito Suonala ancora, Sam (Bompiani): libro caleidoscopio, raccolta inesausta di battute tratte dai grandi film che nel 1999 fece capolino quando ancora si andava ad acquistare i nastri registrabili VHS all’Ipercoop e il prestito di un Bresson era un’operazione da brividi lungo la schiena in attesa del rientro. Ventidue anni dopo, con i film on demand ad ogni ora del giorno sul proprio pc o smartphone, Suonala ancora, Sam ha raggiunto i due centimetri d’altezza perché al cinema, se Dio vuole, quando c’erano le sale piene, anzi quando proprio c’erano le sale aperte, oltre a mangiarsi con gli occhi divi e dive, si ascoltavano anzi si registravano a memoria una marea di dialoghi.

Roberto e Paola segnalano che i “film analogizzati” vanno dal 1919 al 2020 e sono 1523 di cui 426 solo degli ultimi venti anni. Le frasi “confluite” nel libro, invece, sono 7575. A svettare sul podio sono Casablanca (36 frasi), Sorrisi di una notte d’estate (35), e Via col vento (31). Dietro c’è il combinato Woody Allen – Amore e guerra (29) e Manhattan (26) – Stanley Kubrick – Full metal jacket (24), mentre dall’ultimo ventennio l’estrazione è sulla ruota de Il diario di Bridget Jones (16), La grande bellezza (15) e Batman Begins (14). Il tutto in numerica progressione, diviso per argomenti generali e di nuovo rintracciabile nell’indice in fondo selezionando i titoli dei film preferiti. Insomma, non manca niente. Soprattutto non manca il ricordo fulmineo di quell’attimo in cui il cinema ci ha rapito lasciandoci un biglietto da diecimila lire (o 9 euro) tenuto gelosamente nel portafoglio fino ad usurarne le scritte.

Andiamo per quiz. Facile: “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale della legione Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… E avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra”. Un po’ meno facile: “Posso farvi una domanda indiscreta? – Speravo tanto che la faceste”. Sempre verde: “Vorrei che potessimo parlare più a lungo, ma sto per aver un vecchio amico per cena”. Comica e sospirata: “Il cuore è davvero un muscoletto molto elastico”. Tecnica: “Nel mio lavoro non chiedo mai il perché. Le domande che faccio riguardano il quando, il dove qualche volta, ma sempre il quanto”. Musicale e politica: “Gli irlandesi sono i più negri d’Europa. I dublinesi sono i più negri d’Irlanda. E noi di periferia siamo i più negri di Dublino. Quindi ripetete con me ad alta voce: sono negro e me ne vanto”. Solo politica, poi dimenticata, da un insospettabile: “Nel cinema, gli attori sono la borghesia, l’immagine è il proletariato, la colonna sonora è la piccola borghesia oscillante tra l’una l’altro. L’immagine, in quanto proletariato, deve prendere il potere nel film, dopo una lunga lotta”. Infine, un po’ di revival comico intramontabile: “Il suo è culo, la mia è classe, caro il mio coglionazzo”; “Che mani meravigliose che ha lei, sono sue?”; “A come atrocità, doppia T come terremoto e traggedia, I come iradiddio, L come laco di sangue, A come adesso vengo e ti sfascio le corna”. Le soluzioni non le trovate capovolgendo il pc, ma andando ad acquistare e sfogliando Suonala ancora, Sam (versione 2020).

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