In libreria con Bompiani la nuova edizione curata da Roberto e Paola Casalini con 7575 frasi tratte dai più grandi film usciti dal 1919 al 2020. Con tanto di quiz finale per scoprire chi ha detto cosa
Roberto e Paola segnalano che i “film analogizzati” vanno dal 1919 al 2020 e sono 1523 di cui 426 solo degli ultimi venti anni. Le frasi “confluite” nel libro, invece, sono 7575. A svettare sul podio sono Casablanca (36 frasi), Sorrisi di una notte d’estate (35), e Via col vento (31). Dietro c’è il combinato Woody Allen – Amore e guerra (29) e Manhattan (26) – Stanley Kubrick – Full metal jacket (24), mentre dall’ultimo ventennio l’estrazione è sulla ruota de Il diario di Bridget Jones (16), La grande bellezza (15) e Batman Begins (14). Il tutto in numerica progressione, diviso per argomenti generali e di nuovo rintracciabile nell’indice in fondo selezionando i titoli dei film preferiti. Insomma, non manca niente. Soprattutto non manca il ricordo fulmineo di quell’attimo in cui il cinema ci ha rapito lasciandoci un biglietto da diecimila lire (o 9 euro) tenuto gelosamente nel portafoglio fino ad usurarne le scritte.
Andiamo per quiz. Facile: “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale della legione Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… E avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra”. Un po’ meno facile: “Posso farvi una domanda indiscreta? – Speravo tanto che la faceste”. Sempre verde: “Vorrei che potessimo parlare più a lungo, ma sto per aver un vecchio amico per cena”. Comica e sospirata: “Il cuore è davvero un muscoletto molto elastico”. Tecnica: “Nel mio lavoro non chiedo mai il perché. Le domande che faccio riguardano il quando, il dove qualche volta, ma sempre il quanto”. Musicale e politica: “Gli irlandesi sono i più negri d’Europa. I dublinesi sono i più negri d’Irlanda. E noi di periferia siamo i più negri di Dublino. Quindi ripetete con me ad alta voce: sono negro e me ne vanto”. Solo politica, poi dimenticata, da un insospettabile: “Nel cinema, gli attori sono la borghesia, l’immagine è il proletariato, la colonna sonora è la piccola borghesia oscillante tra l’una l’altro. L’immagine, in quanto proletariato, deve prendere il potere nel film, dopo una lunga lotta”. Infine, un po’ di revival comico intramontabile: “Il suo è culo, la mia è classe, caro il mio coglionazzo”; “Che mani meravigliose che ha lei, sono sue?”; “A come atrocità, doppia T come terremoto e traggedia, I come iradiddio, L come laco di sangue, A come adesso vengo e ti sfascio le corna”. Le soluzioni non le trovate capovolgendo il pc, ma andando ad acquistare e sfogliando Suonala ancora, Sam (versione 2020).