Alla funzione un gruppo di carcerati di Regina Coeli, Rebibbia femminile e Casal del Marmo di Roma, alcune Suore Ospedaliere della Misericordia, una rappresentanza di infermieri dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia, alcune persone con disabilità, una famiglia di migranti dall’Argentina, dei giovani rifugiati provenienti da Siria, Nigeria ed Egitto
Papa Francesco ha presieduto una messa per la Festa della Divina Misericordia nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma. La messa celebrata in forma privata alle ore 10.30 è stata seguita dalla recita del Regina Coeli, guidata da Bergoglio in persona. Durante questa ricorrenza speciale, il Santo Padre ha ospitato alcuni Missionari della Misericordia, in rappresentanza dei più di mille sacerdoti istituiti durante il Giubileo della Misericordia con l’incarico di celebrare la riconciliazione e predicare la misericordia divina.
A causa della pandemia, la capienza della chiesa è stata ridotta consentendo la partecipazione di circa 80 persone, più o meno un terzo dei posti disponibili. Come espressione di misericordia, sono presenti un gruppo di detenuti e di detenute dal carcere di Regina Coeli, Rebibbia femminile e Casal del Marmo di Roma, alcune Suore Ospedaliere della Misericordia, una rappresentanza di infermieri dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia, alcune persone con disabilità, una famiglia di migranti dall’Argentina, dei giovani rifugiati provenienti da Siria, Nigeria ed Egitto, tra cui due egiziani appartenenti alla Chiesa copta e un volontario Caritas siriano appartenente alla Chiesa cattolica sira.
La festa della divina misericordia è un’iniziativa abbastanza recente, essendo stata descritta nel 1934 da Michael Sopocko, confessore di santa Faustina Kowalska, che affermava di essere in grado di parlare con Gesù. Benché non ufficialmente riconosciuta dal Vaticano, la festa già nel 1944 veniva celebrata nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia – Lagiewniki, luogo frequentato spesso dal giovane Karol Wojtyla. Nel 1951 il cardinale Adam Sapieha, arcivescovo di Cracovia, vedendo la grande devozione popolare che accompagnava la ricorrenza, concesse l’indulgenza plenaria per sette anni. Ben presto la Festa si estese a tutte le diocesi polacche e nel 2000 papa Giovanni Paolo II decise di ufficializzarla e porla come ricorrenza della prima domenica dopo Pasqua, la domenica “in albis”.
Secondo le visioni mistiche di suor Faustina Kowalska fu Gesù in persona a chiedere la festa della divina misericordia, mentre le descriveva come avrebbe dovuto dipingere il quadro poi diventato famoso in tutto il mondo: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”.
Secondo suor Faustina, Gesù ha ripetuto la volontà di questa festa in 14 apparizioni, dando indicazioni anche per la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo da prepararla al meglio. “Desidero – avrebbe detto Gesù, come riportato nei diari della suora - che la Festa della misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della mia misericordia, riverserò tutto un mare di grazia sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. […] Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto”.