A una settimana dalla finale conquistata a Miami da Jannik Sinner, l’Italia continua ad essere protagonista nel circuito Atp. Questa volta però per celebrare una vittoria. È quella di Lorenzo Sonego nel torneo casalingo del Sardegna Open, un 250 giocato sulla terra rossa di Cagliari. Il 25enne di Torino ha trionfato battendo il serbo Djere per 2-6 7-6 6-4 in poco più di tre ore di gioco. Per Sonego si tratta del secondo titolo in carriera (a due anni di distanza dal primo ottenuto sull’erba turca di Antalya), portando a due il numero dei successi azzurri in questo 2021. Quindici anni dopo la vittoria di Filippo Volandri a Palermo, un azzurro torna a trionfare in un torneo Atp in Italia. Per Sonego tra l’altro si tratta di una doppietta: in terra cagliaritana sabato pomeriggio infatti ha alzato anche il trofeo del torneo di doppio in coppia con Andrea Vavassori.
Duecentocinquanta punti che rappresentano un ottimo modo di presentarsi al seconda Masters 1000 della stagione, a Montecarlo. Arrivato al termine di un percorso che lo ha visto battere il francese Simon (6-4 6-1), il tedesco Hanfmann (3-6 7-6 6-3) e l’americano Fritz (6-4 5-7 6-1) il titolo nel capoluogo sardo celebra il tennista meno conosciuto e sottovalutato della nuova florida generazione italiana. Ma perché questa differenza rispetto agli altri esponenti del tennis maschile italiano?
Sonego non ha il talento di Lorenzo Musetti, non è un predestinato come Jannik Sinner e non ha il servizio di Matteo Berrettini. Non ha avuto nemmeno la stessa precocità. Il suo nome ha cominciato a circolare con maggior insistenza soltanto nel 2019, quando aveva già 24 anni. Il suo esordio nel circuito Atp arriva solo a 21 anni, dopo un percorso giovanile articolato e prolungato. Il lavoro, il sacrificio e il basso profilo sono la cifra tennistica e caratteriale di Sonego. È un tennista che sa ragionare in campo e mette tutto sé stesso nella partita. Indipendentemente da chi si trova di fronte. L’esempio perfetto è stato il quarto di finale a Vienna dello scorso ottobre, quando ha centrato la vittoria più importante della sua carriera: 6-2 6-1 contro il numero uno del mondo Novak Djokovic. Sonego non è il tipo che accende le fantasie delle folle ma è quello che garantisce la prestazione. Quell’elemento di pura sostanza che è imprescindibile se si vuole costruire una grande squadra di Davis. Una sorta di Andreas Seppi o – per tornare a un’altra epoca d’oro per il tennis italiano – di Tonino Zugarelli.
Doti da agonista che sono state importanti in questa finale contro Djere. Dopo aver perso nettamente il primo set per 6-2, Sonego ritrova un tennis efficace, soffre, rischia e si fa recuperare quando riesce a piazzare il primo break della sua partita. Ma alla fine riesce a chiudere al tie-break per 7 punti a 5. Un set vinto di puro coraggio che ha i suoi effetti anche nel terzo parziale. Sonego rompe l’equilibrio a metà set e conclude la sua rimonta con una prima vincente che suggella il 6-4 finale.
La vittoria sarda consente al piemontese di salire alla posizione 28 in classifica. Un risultato che porta a quattro il numero di italiani presenti in top 30. Davanti a lui ci sono nell’ordine Berrettini, Fognini e Sinner. Lunedì 12 aprile contro l’ungherese Fucsovics inizierà una nuova settimana di occasioni. Nel 1000 di Montecarlo ci punti pesanti per continuare a scalare il ranking. L’obiettivo è ottenere la testa di serie nel tabellone principale del Roland Garros che partirà il prossimo 30 maggio. Un proposito che pare essere sempre più a portata di mano.