Attualità

Napoli, in corteo con le mutande in mano: la protesta dello shopping di lusso. “Perché possono aprire solo i negozi di intimo?”

L'iniziativa originale promossa dalla presidente di Federmoda Roberta Bacarelli. "Perché solo l'intimo deve essere prima necessità?"

di Januaria Piromallo

Da piazzetta Santa Caterina fino a piazza Amedeo, dal salotto di Chiaia al Plebiscito sotto i riflettori di tivù, in diretta sui social è andato in scena il flash mob “Teniamoci per mutanda” (visto che non ci si poteva tenere per mano), una catena umana di solidarietà “legata” dagli slip. Chi li sventolava a mo’ di bandiera, insieme agli striscioni di protesta: “Lo Stato si è dimenticato di noi”, “Il futuro non si chiude”. Chi per provocazione indossava slip e reggiseno di pizzo sopra i vestiti, mescolando il sotto e il sopra, come l’avvocatessa di diritti umani Antonella Esposito Gagliardi e autrice di Loro di Monte di Dio (Guida editore). Chi la buttava lì: “Una volta si usava la lingerie per sedurre, adesso per ribellione”. Il corteo delle smutandate ha sfilato per le strade del centro di quello che è considerato il quadrilatero della moda napoletana. Commercianti, negozianti, ma anche semplici sostenitrici tutti mobilitati contro la chiusura dei negozi, contro le piroette delle norme anti-Covid. Perché solo l’intimo deve essere prima necessità? Qualche giorno fa nelle vetrine comparivano sui manichini slip e reggiseni.

L’iniziativa promossa da Roberta Bacarelli, presidente di Federmoda, Federica Spada Rubinacci, erede della storica famiglia d’alta sartoria, e Carla Della Corte, creatrice di gioie e presidente di Confcommercio Napoli. Mentre lo stilista d’haute couture Alessio Visone (inventore tra l’altro del gioiello che sta andando a ruba: due braccia intrecciate che si abbracciano) ha messo una mutandina anche al suo labrador. “Con le mutande non ci si contagia, tra gli altri capi di abbigliamento e tra i gioielli invece il virus scorre subdolo”, dicono le organizzatrici. “Siamo rimasti in mutande. Anzi, non ci rimangono neanche più quelle…”, urlavano i manifestanti. La resistenza economica e psicologica di tutti è messa a dura prova. Da lunedì molte regioni tornano arancioni, la Campania rimane zona rossa.

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