Il coronavirus ha colpito il mondo del Rugby che piange la morte di Massimo Cuttitta, ex nazionale azzurro deceduto domenica a 54 anni ad Albano Laziale per complicazioni legate al virus. A dare la notizia e stata la la Federazione Italiana Rugby, con il presidente federale, Marzio Innocenti, che lo ha voluto ricordare con un comunicato: “Non abbiamo avuto la possibilità di condividere la maglia azzurra, ma l’amore per i nostri colori aveva costituito tra noi un forte, naturale legame. Cuttitta non è stato solo un incredibile servitore del rugby italiano e un eccellente interprete del ruolo di pilone sinistro, ma anche un apprezzato ambasciatore del nostro movimento all’estero, allenatore degli avanti per la Scozia e per altre Nazionali che ha contribuito a portare sul palcoscenico della Rugby World Cup. In questo tragico momento i miei pensieri, quelli del Consiglio e di tutto il rugby italiano vanno a Marcello e a tutta la famiglia Cuttitta, già profondamente toccata pochi giorni fa dalla scomparsa della mamma di Massimo, Marcello e Michele”. In sua memoria, Innocenti ha disposto anche un minuto di silenzio nel prossimo fine settimana prima del calcio d’inizio degli incontri del Campionato Italiano Peroni Top10.

Cuttitta aveva debuttato con gli Azzurri a Napoli nel 1990 contro la Polonia, indossando poi la maglia della Nazionale in altre sessantanove occasioni sino al 2000, anno del suo ritiro internazionale dopo aver vissuto da protagonista il debutto nel Sei Nazioni contro la Scozia, nell’indimenticabile successo del 5 febbraio al Flaminio. In ventidue occasioni aveva guidato come capitano la Nazionale Italiana Rugby.

Nato a Latina, ma cresciuto rugbisticamente in Sudafrica al pari del gemello Marcello, Massimo aveva indossato in carriera le maglie de L’Aquila, dell’Amatori Calvisano, del Milan e quella degli Harlequins londinesi, prendendo parte a due edizioni della Coppa del Mondo e vestendo in più occasioni il bianconero dei Barbarians.

Conclusa l’esperienza d’Oltremanica, aveva ricoperto il ruolo di giocatore-allenatore per numerosi club italiani – Bologna, Rugby Roma, Alghero e Leonessa – prima di approdare come tecnico degli avanti a Edimburgo e, da lì, alla federazione scozzese, rilanciando con il proprio lavoro il pack Highlander sulla scena internazionale. Più recentemente, aveva messo la propria esperienza di allenatore della mischia al servizio di Nazionali emergenti come Romania, Canada e Portogallo, svolgendo incarichi di consulente per i rispettivi staff tecnici.

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