A lanciare – e ad attuare – per prima l’idea è stata la Grecia, che ha deciso di vaccinare la popolazione delle sue isole per renderle Covid-free e, dunque, attrattive in vista della stagione estiva. E la proposta è piaciuta al ministro del Turismo leghista Massimo Garavaglia, che alla Stampa ha detto riferendosi all’Italia: “Si può fare ed è anche opportuno farlo perché se lo faranno gli altri e noi no, lo svantaggio diventerà enorme”. Dichiarazioni bocciate però dal presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga perché “in questo momento dobbiamo dimostrare al Paese che c’è equità. Non creare tensione sociale, ma dare le stesse regole dappertutto. Meno ci sono disparità, anche se non tutti saranno soddisfatti, meno ci sono tensioni“. Fedriga conferma così il no deciso arrivato poco prima via Facebook dal suo predecessore alla Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. “Mi auguro che il ministro del turismo Garavaglia rigetti immediatamente la proposta di ‘isole covid free’. Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre – ha scritto sul social il presidente della regione Emilia-Romagna – Piuttosto il governo si dia da fare perché arrivino più dosi possibili per vaccinare nel più breve tempo possibile e lavori per il passaporto vaccinale, con regole uguali per tutti a livello europeo”, ha aggiunto.
Punti che anche Garavaglia ha sottolineato al quotidiano torinese. “I tempi dell’Europa non sono ancora certi, si parla di 15 giugno – ha dichiarato il ministro riferendosi al Covid pass -. Secondo noi bisogna anticipare un po’ per garantire la circolazione nei tempi giusti e per programmare la stagione estiva“. Quanto alle riaperture, Garavaglia spera che il termine sia quello della Festa della Repubblica del 2 giugno, “una data finale entro la quale mi auguro sia aperto tutto o quasi tutto. Ogni settimana che passa perdiamo pezzi di Pil e non ce lo possiamo permettere. Ovviamente dipende dal Pianovaccinale“, osserva, poi si potrà iniziare” con “delle date settore per settore, con dei protocolli che possono essere più stringenti in una fase iniziale e diventare più larghi con il passare del tempo”.
Inoltre per aprile, spiega, si possono aprire attività tipo la ristorazione, “appena ci sono le condizioni”. Secondo il ministro leghista, “bisogna essere molto prudenti” ma “non vuol dire che non si deve programmare. Ci sono attività che hanno bisogno di settimane se non di mesi di anticipo per programmare l’apertura“; per esempio come “congressi e fiere internazionali”, cosa “fondamentale perché significa mettere in sicurezza già qualche evento estivo”.