Un cancro, sette anni fa, l’ha costretta vivere con un solo polmone “e nonostante la mia condizione di invalida non riesco a vaccinarmi”. Per Regione Lombardia, racconta a ilfattoquotidiano.it Novella Passerini, 65 anni, di Gadesco Pieve Delmona, pochi chilometri fuori Cremona, “i pazienti fragili non esistono”. La signora Passerini è arrabbiata, “mi sento presa in giro”. Venerdì si sono aperte le prenotazioni per la vaccinazione delle persone con fragilità. E così lei si è collegata al portale delle Poste: “Inserisco i miei dati, ma sembra che non faccia parte della categoria dei vulnerabili. Quindi non riesco a completare la registrazione”.

Novella decide così di chiamare il numero verde, l’operatore le dà un altro numero. Lei lo compone e risponde l’ufficio che recluta i volontari che le chiede chi le ha fornito il contatto perché non è quello corretto. Il classico rimpallo di telefonate. Novella riprova il giorno dopo: “Magari con un altro operatore sono più fortunata”, si dice. Ma la trafila è la stessa e porta allo stesso risultato.

Non le rimane che contattare il proprio medico di base per capire come potersi muovere, visto che il governatore Attilio Fontana ha invitato chi non riesce a iscriversi a rivolgersi al dottore di medicina generale per essere inserito nell’elenco di priorità vaccinale. “Peccato che il mio dottore non abbia ricevuto alcuna indicazione né da Regione né da Ats (Agenzia di Tutela della Salute)”.

Così decide di andare di persona presso il centro vaccinale di Cremona, nel quartiere fieristico cittadino: “Lì mi sono arrabbiata all’ennesima potenza. Mi sono sentita dire che il 22 aprile tocca alla categoria tra i 60 e i 69 anni. Che problema c’è ad aspettare?”. Ad oggi la signora Passerini resta in attesa che qualcuno la contatti, altrimenti dovrà attendere ancora dieci giorni.

Il problema delle prenotazioni per alcune categorie fragili è legato a un sistema che, come spiega il consigliere del Pd in Regione, Matteo Piloni, non riconosce alcuni codici fiscali indicandoli in categorie non ancora abilitate alla prenotazione: “La Lombardia ha caricato solo gli elenchi dal 2010, quelli in carico all’Inps. Quelli prima del 2010, a quel tempo in carico alle ex Asl (e quindi alla Regione), non sono stati caricati nel sistema. Oppure ci persone considerate ‘estremamente vulnerabili’ che non riescono a prenotarsi perché la Regione non ha specificato i codici delle categorie previste dal ministero della Salute. È il caso della signora Novella”. Che vuole inviare un messaggio a Fontana: “Se prendo il virus io, non mi salvo mica”. Alla Regione, invece, direbbe: “Avete speso un sacco di soldi per operarmi sette anni fa e oggi non mi date neanche un vaccino”.

Un “pugno nello stomaco” della classe dirigente lombarda: così definisce questa storia Marco Degli Angeli, consigliere Cinquestelle. “Nel 2021 la nostra Regione non ha un sistema informativo centralizzato e si dimentica delle persone più fragili. È inaccettabile che il sistema regionale non riesca ad avere contezza dei pazienti con patologie gravi presenti sul territorio lombardo e ci sia completo scollamento tra medici, Asst, Ats, e assessorato”. Ritardi e intoppi che rinviano non solo l’immunizzazione per le persone vulnerabili ma anche la profilassi per la popolazione più giovane.

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