Proclami del presidente della Regione Lombardia a parte, due giorni dopo la scadenza (autoimposta) dell’11 aprile, sono circa 130mila gli ultraottantenni lombardi che non hanno ancora neanche visto una fiala di vaccino anti Covid. A fare i conti in tasca ad Attilio Fontana è stato il capogruppo regionale del Pd, Pietro Bussolati, che in un post parla di “50mila prenotati allettati che aspettano il vaccino a domicilio, 20mila rimasti nel limbo e non si capisce bene perché, e poi 55mila over 80 che non si sono prenotati“.

Una realtà un po’ più sfumata, dunque, rispetto a quella delle comunicazioni del governatore che da giorni parla di obiettivi raggiunti e circoscrive gli esclusi a “chi non ha ancora aderito o chi non ha potuto effettuare la vaccinazione, per esempio per motivi di salute, o perché contatto di caso di un positivo o perché ha contratto il Covid meno di tre mesi fa, si procederà appena saranno nella condizione di poterlo fare”. Vengono poi considerati a parte, benché ultraottantenni e iscritti al portale fin da metà febbraio, gli allettati cui Fontana accenna dicendo che “sono stati presi in carico dalle Ats e dalle Asst” e “le squadre mobili nei prossimi giorni e nelle prossime settimane procederanno con le vaccinazioni”. Fatto sta che anche gli ultimi dati pubblicati dalla Regione parlano di 76mila ultraottantenni che non hanno ancora avuto una prima dose. E non tengono conto di chi non ha aderito alla campagna, una categoria che meriterebbe certo maggiore attenzione, come già notava la consigliera Elisabetta Strada e come nota oggi Bussolati.

“Al di là della situazione indecente dei fragili più fragili di tutti che a due mesi dalla prenotazione non hanno ancora ricevuto il vaccino”, Bussolati si chiede chi siano i 55mila non prenotati: “Perché? Hanno forse bisogno di aiuto? Come raggiungerli?”, sottolinea l’esponente del Pd, ricordando come “i nostri Sindaci avevano fatto richiesta a Regione di avere le liste, senza successo”. “Tra ieri e oggi ho segnalato a Direzione Ats circa 130 casi di persone che mi hanno segnalato direttamente di non essere stati ancora convocati o di avere difficoltà nell’ottenere il vaccino. Si tratta principalmente di over 80, ma anche di persone con disabilità, pazienti fragili e caregiver”, racconta poi Strada, presidente del gruppo Lombardi Civici Europeisti che nei giorni scorsi aveva personalmente raccolto i nomi di chi attendeva da tempo e invano la chiamata per la somministrazione, ricevendo in totale oltre 2500 segnalazioni inoltrate all’Ats.

L’ultima le è arrivata la mattina di martedì 13 aprile e ha parlato di una realtà molto diversa da quella della narrativa del governatore. “Cara Elisabetta, aggiornamento: oggi alle 11 ricontatto da Direzione Vaccinale di Brescia per dire che l’appuntamento per il vaccino non è ancor stato fissato. Alle 12.30 mi richiama un medico da Manerbio (40 km da casa per chiedermi se riesco ad essere da loro con mia madre 86enne alle 14, dico di no). Alle 13 mi richiama lo stesso medico per dirmi che invece posso portare mia madre a Lonato (5 km da casa) entro le 15 – mi organizzo alle 13:30 mi richiama lo stesso medico per dirmi che NON devo andare a Lonato con mia madre entro le 15, ma che ci posso andare da sola perché si tratta SOLO di prendere appuntamento per vaccinazione futura. Alle 15 mio marito si offre di andare al centro vaccinale di Lonato con documenti di mia madre entro le 15.30. A Lonato però a mio marito dicono che il sistema Poste non è più in grado di ricevere prenotazioni quindi lo invitano ad andare al Postamat con tessera sanitaria di mia madre. Mio marito va al Postamat che risulta fuori uso causa sovraccarico linee – l’operatore invita a tornare domattina”.

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