Gli agenti sono accusati di peculato, abuso d'ufficio, falso ideologico e materiale commessi da pubblico ufficiale. Le indagini sono state avviate dopo la diffusione di alcuni servizi de 'Le Iene' dove tre dei quattro agenti arrestati, parlando con un loro informatore, discutevano di un accordo economico intorno alla droga
Quattro agenti della polizia locale del Nucleo contrasto stupefacenti di Milano hanno derubato dei pusher durante delle perquisizioni antidroga. È con questa accusa che i quattro si trovano ora agli arresti domiciliari in seguito ai provvedimenti restrittivi emessi dal giudice del Tribunale del capoluogo lombardo, Guido Salvini. Gli agenti dovranno così rispondere delle accuse di peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale commessi da pubblico ufficiale.
Le indagini sono state avviate dopo la diffusione di alcuni servizi de Le Iene in cui venivano mostrati tre dei quattro agenti arrestati che, parlando con un loro informatore, discutevano di un accordo economico intorno alla droga: “Se scappa, meglio. Così ci prendiamo la nostra roba e ce la dividiamo senza problemi”, hanno detto ripresi dalle microcamere dei giornalisti. Nel corso dei servizi tv furono raccolte le testimonianze di alcuni cittadini italiani e stranieri che dichiararono di essere stati vittime di condotte illegali da parte degli operatori del Nucleo Contrasto Stupefacenti in occasione delle perquisizioni per le indagini antidroga. A seguito dei servizi, il comando della Polizia locale milanese aveva già disposto il trasferimento dei quattro dipendenti ad altri uffici con competenze amministrative.
In un caso documentato dal programma Mediaset, le informazioni rese dalla presunta vittima erano testimoniate anche da un video ripreso con il cellulare. Nelle immagini si vedevano le manovre architettate per sottrarre il denaro. Nel corso dell’indagine sono stati ascoltati anche alcuni pusher vittime abituali del quartetto. Altri tre agenti risultano attualmente indagati.