Il procuratore di Milano Francesco Greco non ha compiuto “un’impropria interferenza” nelle nomine di sei suoi aggiunti che il Consiglio superiore della magistratura decise nel 2017. Ci furono “interlocuzioni ” con Luca Palamara e un altro consigliere del Csm dell’epoca, Nicola Clivio, ma erano loro a chiamare il procuratore, che non fece mai né una “segnalazione” né una “promozione di specifici nominativi”. È per questi motivi che i consiglieri di Palazzo dei Marescialli, riuniti nel plenum, hanno archiviato a larga maggioranza (solo 3 astenuti) il procedimento disciplinare su Greco aperto quando esplose il caso dell’ex presidente dell’Anm. Con i suoi interlocutori, quindi, il procuratore non parlò mai di nomi, ma delle problematiche dell’ufficio e delle professionalità che gli servivano. Una versione confermata dallo stesso Palamara, che quando il 25 marzo scorso è stato ascoltato dalla Prima Commissione, (quella che si occupa dei procedimenti disciplinari) ha riferito di non mai ricevuto da Greco “indicazioni o richieste precise circa i nominativi da proporre alla Commissione”.
Alla luce di tutto questo il plenum ha ritenuto che non si sono verificate “condotte suscettibili di incidere sull’imparzialità ed indipendenza del dottor Greco, neanche sotto il profilo dell’immagine, nella sede oggi occupata”. In precedenza i consiglieri avevano archiviato anche il fascicolo aperto su Clivio, oggi giudice a Milano proprio per quelle chat con Palamara .”Non si ravvisano elementi per ritenere che si sia verificata, presso la sede di attuale appartenenza, una compromissione dell’immagine di imparzialità ed indipendenza del magistrato”, ha stabilito l’assemblea plenaria, facendo proprie le conclusioni della Prima Commissione, che aveva ascoltato Clivio e la presidente della sezione del tribunale di Milano presso la quale l’ex consigliere svolge le sue funzioni.
Diversa, invece, la decisione di Palazzo dei Marescialli sull’ex consigliere Valerio Fracassi, eletto con Area e ora presidente di sezione al tribunale di Brindisi: il plenum ha bocciato con 7 voti contrari, 5 a favore e 8 astenuti la proposta della Commissione di archiviare la procedura di trasferimento a suo carico aperta per le sue chat con Palamara. Tra i messaggi esaminati dalla Commissione ce n’è una (oggetto di un procedimento disciplinare) – riferisce l’Ansa – in cui da consigliere Fracassi avrebbe chiesto di non mettere a concorso il posto di presidente di sezione del tribunale di Brindisi, dove lui sarebbe dovuto tornare e dove è effettivamente tornato alla fine del suo mandato. O altre, risalenti sempre al periodo comune al Csm, “indicative- come scrive la Prima Commissione nella delibera bocciata firmata dalla presidente Elisabetta Chinaglia – di ‘accordi’ e ‘patti’ intercorsi in relazione a diverse nomine“. La Commissione, pur non apprezzando questi comportamenti, ha stabilito di non potersene occupare, ritenendo che non rientri nelle proprie competenze. Una scelta che aveva già diviso la stessa Commissione (Nino Di Matteo aveva votato contro e i laici Michele Cerabona e Emanuele Basile si erano astenuti) e che oggi ha diviso anche il plenum. Così alla fine a favore hanno votato solo le togate di Area Chinaglia e Alessandra Dal Moro, i consiglieri di Unicost Michele Ciambellini e Concetta Grillo e Paola Braggion (Magistratura Indipendente).
Nel corso della seduta i consiglieri hanno poi nominato Sergio Sottani, attualmente Pg di Ancona, come nuovo procuratore generale di Perugia. Lo ha stabilito il plenum con 16 voti a favore e 3 astenuti. In passato Sottani è stato anche procuratore capo di Forlì e pm proprio a Perugia, ma anche giudice per 20 anni.