Carlo Federico Perno, responsabile del Dipartimento di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia del Bambino Gesù di Roma: "A chi non accetta il rischio di un caso di trombosi su un milione dico di accettare di essere di uno dei 10mila morti di Covid"
Come uno tsunami. La notizia della sospensione da parte della Food and drug administration in via cautelativa del vaccino della Janssen (Johnson&Johnson) per sei casi di trombosi per quelle che vengono definite “analogie con Astrazeneca”, per una intera giornata travolge tutti. Ma per contare tutti i danni sulla campagna vaccinale in Italia e in Europa ci vorrà tempo e attendere che l’emotività si ritiri. In una situazione fluida e con pochissimi dati e informazioni secondo Carlo Federico Perno, responsabile del Dipartimento di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia del Bambino Gesù di Roma, bisogna innanzitutto “studiare i dati” evitando il “rischio di buttare al macero vaccini che funzionano” perché “le casistiche di cui si parla sono davvero basse. Un caso su milione per i casi gravi e uno su centomila per quelli meno gravi. Quindi dico a chi non vuole rischiare di essere quell’uno sul milione di accettare di essere uno dei 10mila morti per Covid che ogni giorno stiamo registrando nel mondo”.
Il caso Astrazeneca rischia così di ripetersi. Lo stop, l’analisi dei dati, le eventuali raccomandazioni degli enti rogaltori, il cambio nuovamente dei piani vaccinali con i paesi europei che decidono in autonomia e in maniera difforme uno dall’altro. Intanto resta da comprendere perché i vaccini a vettore virale inneschino quelle trombosi rare e se si possa in qualche modo rimediare. Senza dimenticare, come spiega lo scienziato, che anche con i vaccini a Rna di Pfizer e Moderna messaggero sono stati registrati casi di trombosi.
Professore i ricercatori tedeschi hanno ipotizzato che a innescare le trombosi possa essere il Dna libero nel vaccino e in minor misura il vettore virale. Lei cosa ne pensa?
Ci sono due elementi che vanno ricordati. Questo virus ha tra le sue proprietà quella di essere in grado di attivare il sistema della coagulazione: la grande maggioranza dei pazienti sintomatici ha un problema di eccesso di coagulazione del sangue. Il virus quindi di per sé può provocarlo e il fatto che i vaccini contengano proteine virali, nello specifico quella esterna, non ci si può far escludere che ci possa essere, ma non c’è alcuna evidenza su questo, da parte della proteina S1 che è presente nei vaccini una possibilità di determinare alterazioni trombotiche in un numero limitatissimo di persone. Il lavoro pubblicato su New England Journal of Medicine è molto interessante e dice un’altra cosa non banale: che gli adenovirus, che sono patogeni anche se non replicanti, in quanto tali possono aver un effetto sulla coagulazione del sangue. E così tutto ciò alla fine non stupisce. Ricordiamoci, e questo è l’elemento nodale, che stiamo parlando di un caso su 100mila nella casistica per i casi meno gravi, meno di un milione nella statistica più grave. Il virus invece dà coagulazione in un caso su dieci quindi dobbiamo stare anche attenti a non dare un valore eccessivo a questa sospensione. Il blocco proposto dalla Fda è legato a una cautela che è comunque giustissima, sacrosanta.
Se queste ipotesi che spiegano l’innesco delle trombosi fossero confermate ci sarebbe il mondo di modificare il vaccino per azzerare anche questa piccola percentuale di casi gravi?
La risposa è sì. Questi sono vaccini di prima generazione. Non dimentichiamo che noi siamo passati rapidissimamente dalla pandemia direttamente alla somministrazione alle persone del vaccino. È chiaro che poi sono necessari degli aggiustamenti in itinere soprattutto quelli a Rna sono quelli che si prestano a una grande flessibilità. Quindi si possono fare piccole modifiche con una certa logica. Ovviamente bisogna avere degli elementi per farlo. Abbiamo un caso su un milione di trombosi, io modifico il vaccino e poi magari ottengo un altro effetto collaterale. Bisogna stare molto attenti a quello che si fa. Se si pensa al tempo nel quale sono stati sviluppati questi vaccini, soprattutto Moderna e Pfizer, sono assolutamente straordinari.
Però all’apparenza i casi di trombosi di Pfizer e Moderna sono stati osservati molti meno
Le statistiche ci sono. Anche Moderna e Pfizer hanno casi di trombosi. Sono però meno evidenti rispetto ad Astrazeneca. E questo risponderebbe al lavoro dei ricercatori tedeschi sulla potenziale trombofilia legata al vettore adenovirale. Però se andiamo a guardare alle casistiche inglesi e americane i casi di trombosi ci sono, anche se meno accentuate. Dobbiamo studiare per capire altrimenti si parla a vanvera. Bisogna guardare le casistiche e quello che viene pubblicato. E poi ragionare.
E anche nei casi di trombosi dopo la somministrazione di Pfizer e Moderna le piastrine che vanno giù?
Non necessariamente perché potrebbe essere sempre una questione legata al vettore. Usiamo sempre il condizionale. Dobbiamo accumulare dati e informazioni per arrivare a una conclusione. Il pericolo più grande è quello di prendere decisioni senza averlo fatto. Il problema trombosi è un problema del virus, ovviamente anche dei vaccini anche se diversificato da vaccino a vaccino. Stiamo parlando di casistiche rare e numeri veramente bassi. Nel mondo continuiamo ad andare avanti con decine di migliaia di morti al giorno.
La preoccupazione è grande perché nessuno vorrebbe essere quell’uno su milione…
Nessuno certo vorrebbe essere neanche uno di quei 10mila che muoiono per Covid. Attenzione a questo ragionamento, perché questo approccio è pericolosissimo. Perché per evitare di essere quell’uno sul milione rischiamo di essere fra quei 10mila che muoiono. Non è accettabile. Quindi a chi non vuole essere quell’uno sul milione dico di accettare di essere quell’uno fra 10mila. A chi mi dice sì ma io sono giovane, io rispondo che ieri è morta una persona di 47 anni di Covid. Quindi di che parliamo? Attenzione a non criminalizzare questi vaccini che rischiano di essere messi al macero e così far perdere decine di migliaia di vite perché non sono state vaccinate le persone. Su questo sono estremamente rigido.
Quanto avvenuto però avrà una conseguenza immediata sulla consegna del vaccino e sulla campagna vaccinale
Bisogna capire se c’è la possibilità da parte degli altri di compensare. È stato già fatto quando c’è stato il rallentamento di Astrazeneca aumentando Pfizer e Moderna e ricordiamo che arriveranno anche altri vaccini.